Si chiama Code Dark ed è il nuovo sistema di monitoraggio e allarme adottato in un ospedale americano per contrastare il notevole aumento di attacchi informatici che negli ultimi mesi hanno colpito le strutture sanitarie.
Si tratta, dunque, di uno sforzo in più per limitare gli hack alle strutture ospedaliere e le violazioni dei dati sanitari.
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Cyber attacchi alle strutture ospedaliere: i numeri
Il Code Dark si inserisce in un contesto in cui il complesso di dispositivi medici, sistemi e applicazioni presenti in una realtà sanitaria è incredibilmente vasto ed eterogeneo: si annoverano infatti desktop, server, terminali informatici, dispositivi di diagnostica per immagini, chioschi self-service, dispositivi medici impiantabili, sistemi di cartelle cliniche elettroniche (EHR), software di gestione, sistemi di archiviazione e trasmissione di immagini (PACS), sistemi di fatturazione medica, portali per i pazienti, cloud pubblici; e a questi spesso si aggiungono svariati altri sistemi datati.
Questa vasta gamma di macchinari e di applicazioni, a cui i medici si affidano sempre di più per svolgere il loro lavoro, rappresenta una superficie di attacco sempre più grande per gli svariati gruppi hacker e/o APT (Advanced Persistent Threat).
Secondo un rapporto della società di sicurezza informatica Sophos, il numero di attacchi informatici alle organizzazioni sanitarie statunitensi è aumentato del 94% dal 2021 al 2022. Lo studio afferma che più di due terzi delle organizzazioni sanitarie negli Stati Uniti hanno dichiarato di aver subito un attacco cyber nel 2021, rispetto al 34% del 2020.
Una ricerca dell’International Business Machines Corp. ha rilevato, inoltre, che il settore sanitario, per il dodicesimo anno consecutivo, ha rappresentato il costo medio più alto nel Paese per violazione alle proprie infrastrutture, comportando una spesa di oltre 10 milioni di dollari.
La frequenza dei danni provocati dai cyber criminali a questo tipo di infrastrutture ha messo in guardia diversi istituti sanitari che hanno preso diversi provvedimenti in merito.
Il Code Dark: come funziona
In particolar modo è interessante il sistema implementato dal Children’s National Hospital di Washington DC. Il personale IT dell’ospedale ha infatti istituito un nuovo tipo di codice che allerta i sanitari della presenza di un problema informatico in corso. Se il codice blu indica un’emergenza medica e il codice rosso lo scoppio di un incendio, il “Code Dark” avverte della presenza di un Hacking sui dispositivi medici in uso.
Il personale sanitario è stato formato per riconoscere le minacce informatiche e ha a sua disposizione un promemoria sul protocollo da seguire. L’obbligo è quello di avvertire la security qualora si verificassero guasti o movimenti sospetti sui dispositivi IT; al verificarsi di tale circostanza, il personale della sicurezza attiva il Code Dark.
L’avviamento del codice comporta un allarme per tutti i dipendenti che dovranno spegnere e scollegare i dispositivi IT dell’ospedale per mettere in sicurezza la rete dell’infrastruttura: ciò eviterà il diffondersi dell’infezione, facendo del personale sanitario il primo ad effettuare il soccorso informatico.
Phil Englert, direttore della sicurezza dei dispositivi medici presso l’Health Information Sharing and Analysis Center, un’organizzazione no-profit che coordina la sicurezza tra le organizzazioni sanitarie, ha affermato che gli ospedali dovrebbero sviluppare piani completi per gestire soprattutto l’isolamento e il ripristino dei singoli dispositivi medici, poiché facili punti di accesso alle reti ospedaliere per i cyber criminali.
Il Consiglio di Amministrazione del Children’s National Hospital di Washington DC ha quindi richiesto al personale della sicurezza IT di trovare il modo di mitigare gli effetti a lungo termine dei cyber attacchi, che se nella norma richiedono settimane o mesi di recupero, in tal caso avrebbero dovuto limitarsi a poche settimane. Per questo motivo il Code Dark risulta fondamentale, avverte con anticipo i dipendenti della minaccia in corso riducendo il numero di dispositivi compromessi, i tempi di inattività e di ripristino.
Code Dark: rafforzare il perimetro cyber delle strutture sanitarie
L’introduzione del Code Dark rappresenta un importante passo in avanti nel rafforzamento del perimetro di sicurezza delle infrastrutture sanitarie. Gli attacchi condotti negli ultimi anni hanno reso sempre più urgente aumentare il livello di preparazione del personale di fronte a queste minacce.
Le priorità che gli ospedali devono affrontare, oltre alla salvaguardia delle informazioni dei pazienti, riguardano l’innalzamento della protezione delle apparecchiature mediche, la possibilità per gli operatori di accedere ai dati da remoto, la formazione e l’aggiornamento costante del personale sanitario in materia di cybersecurity e la sostituzione delle attrezzature obsolete.
Qualora anche solo una di queste condizioni fosse assente, vi è il rischio che un’azione malevola paralizzi una struttura in maniera significativa.
Ad essere particolarmente esposti sono i dispositivi medici, soprattutto quelli che operano attraverso l’internet delle cose (IoT). Oltre alle loro debolezze di progettazione, molti di questi apparecchi sono forniti da terze parti, il che li espone a vulnerabilità della catena di fornitura, mettendo a rischio un’ampia gamma di dati personali dei pazienti.
La crescita dei dispositivi connessi negli ospedali e la convergenza dei domini dell’IT e della tecnologia operativa (OT) ha reso il problema ancora più urgente.
La sfida, dal punto di vista della sicurezza informatica, è che, a differenza dei sistemi aziendali, le reti ospedaliere sono progettate per facilitare l’accesso da reti diverse. In un ambiente IT, una strategia di sicurezza informatica mira a proteggere la riservatezza, l’integrità e la disponibilità dei sistemi informativi (CIA).
Convergenze IT/OT negli ospedali: le problematiche
Negli ospedali, la convergenza delle tecnologie IT e OT pone l’accento anche sulla protezione della sicurezza di una serie di traffici diversi, che vanno dall’invio dei dati di pazienti critici, i quali richiedono una consegna e una risposta immediate, alle informazioni amministrative generali.
Così come altre infrastrutture critiche, gli ospedali pongono enfasi sulla disponibilità della rete. Per le organizzazioni che si occupano di IT, una delle prime linee di difesa è lo spegnimento dell’intero sistema.
Negli ospedali, invece, i dispositivi medici salvavita devono poter funzionare in modo permanente per garantire la sicurezza dei pazienti. Inoltre, queste apparecchiature devono poter comunicare liberamente in tutta la struttura. Lo stesso vale per altri servizi essenziali, come le farmacie e le postazioni di assistenza. La chiusura non è quindi un’opzione percorribile.
Tuttavia, l’enfasi posta sul mantenimento di una rete aperta, con la capacità di fornire una risposta rapida alle esigenze mediche dei pazienti, rende gli ospedali bersagli relativamente facili per i criminali informatici.
I rischi sono duplici: nel peggiore dei casi, gli attacchi potrebbero impedire ai dispositivi medici critici di funzionare correttamente; un dispositivo medico violato potrebbe altresì fornire un accesso alla rete ospedaliera per rubare dati sensibili.
Nel caso in cui si verifichi un attacco, le correzioni di sicurezza sui dispositivi embedded richiedono in genere un aggiornamento completo del firmware da parte del fornitore, che viene poi installato manualmente sul dispositivo.
Questo processo può aumentare notevolmente i ritardi delle patch a causa del tempo necessario ai fornitori per preparare e testare un nuovo firmware che non interferisca con il funzionamento del dispositivo medico.
Inoltre, in molti casi, i dispositivi potrebbero non ricevere gli aggiornamenti, perché il sistema operativo non sarebbe supportato e i limiti di memoria, archiviazione ed elaborazione potrebbero impedire agli strumenti di funzionare efficacemente con un software più recente.
Una situazione simile si è verificata nel 2017, quando l’attacco ransomware WannaCry compromise alcuni strumenti per esami radiologici, oltre a provocare la cancellazione di alcuni interventi chirurgici.
Conclusioni
Per evitare scenari di questo genere, risulta dunque necessario monitorare la catena di fornitura della strumentazione ospedaliera per garantire che le patch siano continuamente aggiornate.
Oltre a questo, assumono un ruolo centrale gli investimenti per la sicurezza informatica degli ospedali e la diffusione delle best practice tra il personale, come l’utilizzo di password robuste o il backup costante dei dati presenti nei dispositivi.