Windows 11, la nuova versione del sistema operativo presentato la settimana scorsa, potrà essere installato solo sui computer dotati di scheda madre con chip TPM 2.0 (Trusted Platform Module).
Microsoft ha confermato questo requisito hardware obbligatorio, dissipando tutti i dubbi sorti nei giorni scorsi a causa di un errore nella documentazione tecnica in cui si leggeva che per l’installazione o l’aggiornamento del sistema operativo era richiesto il chip TPM 1.2 come requisito minimo.
A tale scopo, la stessa Microsoft ha aggiornato anche il tool Controllo integrità PC utile per confermare la compatibilità del proprio PC con Windows 11 prima di procedere con l’installazione o l’aggiornamento: lo strumento di controllo visualizza ora in maniera inequivocabile l’eventuale incompatibilità hardware con il sistema operativo nel caso in cui venga riscontrata la presenza del chip TPM 1.2.
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Il TPM 2.0 è obbligatorio per la sicurezza di Windows 11
La scelta di Microsoft di rendere obbligatorio la presenza del chip TPM 2.0 sui sistemi in cui è possibile installare Windows 11 è stata dettata dalla necessità di alzare notevolmente il livello di sicurezza del nuovo sistema operativo.
Ricordiamo, infatti, che il Trusted Platform Module (TPM) è un chip dedicato all’esecuzione di operazioni crittografiche basate sull’hardware indispensabili per proteggere le chiavi crittografiche e l’integrità del PC prevenendo manomissioni malevole dell’hardware stesso e del processo di avvio del sistema.
Microsoft, dal canto suo, aveva già lanciato l’allarme a marzo scorso sull’aumento degli attacchi al firmware. “Il nostro rapporto Security Signals ha scoperto che l’83% delle aziende ha subito un attacco al firmware, e solo il 29% sta allocando risorse per proteggere questo livello critico”, ha affermato David Weston, Director of Enterprise and OS security di Microsoft.
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La presenza di un chip TPM 2.0 consente a Windows 11 di utilizzare una crittografia più robusta per proteggere i PIN di accesso di Windows Hello, le password e per abilita funzioni di sicurezza più avanzate come il Windows Defender System Guard.
Il chip TPM 2.0 è dunque un componente di sicurezza fondamentale per Windows 11 che si affianca alla Virtualization Based Security e consente, tra le altre cose, di abilitare in maniera sicura le app Android che sarà possibile installare sul nuovo sistema operativo.
“A mio avviso il TPM 2.0 avrebbe anche potuto essere reso facoltativo, rendendo il nuovo OS compatibile con TPM 1.2, ma probabilmente Microsoft ha deciso di alzare il livello di sicurezza del proprio sistema operativo imponendone l’utilizzo, così da proteggere maggiormente le credenziali dei sistemi utilizzando algoritmi più recenti e quindi meno obsolescenti, invogliando gli utenti a utilizzare maggiormente la protezione fornita dalla cifratura”, ci dice Paolo Dal Checco, consulente informatico forense.
“Visti i recenti attacchi alla sicurezza”, sottolinea ancora Dal Checco, “questa decisione può essere stata guidata proprio da un “eccesso di zelo”, per contrastare potenziali vulnerabilità future o quantomeno dimostrare di averci provato”.
I processori TPM sono disponibili in due versioni: la 1.2 più vecchia e meno sicura e la più recente 2.0.
Durante la pandemia è cresciuta l’esigenza di accedere a distanza a dati aziendali e alla cloud, con nuovi rischi, soprattutto per via di dispositivi vecchi, privi di TPM (di qualunque versione) usati dai dipendenti in smart working.
Questa situazione ha favorito un attacco come il Pass-The-Prt-Attack che dopo essere entrato, via Single-Sign-On in un dispositivo poco protetto da qui arriva ad accedere a dati cloud aziendali e anche caricare un ransomware.
Potrebbe essere necessario abilitare il TPM 2.0 dal BIOS
La maggior parte delle schede madri moderne rilasciate negli ultimi anni supportano processori TPM 1.2 o 2.0 dedicati.
Nel primo caso, sarà necessario acquistare e installare il modulo TPM 2.0 dedicato compatibile con il modello di scheda madre e successivamente abilitarlo dal BIOS.
Con i nuovi processori Intel e AMD non c’è bisogno del chip TPM 2.0
La buona notizia per quanti non dovessero avere una scheda madre dotata di chip TPM 2.0 installata nel proprio PC è che, molto probabilmente, non ci sarà bisogno di alcun upgrade hardware: dal 2013, infatti, sia Intel sia AMD hanno integrato la tecnologia TPM già a livello di firmware in molte delle loro CPU.
Si tratta di una tecnologia compatibile che svolge le stesse funzionalità di un processore TPM 2.0 senza la necessità di un modulo dedicato: nelle CPU Intel la tecnologia è indicata col nome Intel Platform Trust Technology (Intel PTT), mentre nei processori AMD si chiama AMD Platform Security Processor.
“Quasi tutte le CPU degli ultimi 5-7 anni hanno un TPM”, ha detto David Weston, Director of Enterprise and OS Security di Microsoft, che ha sottolineato come già dal 2015 i chip TPM sono stati richiesti da Microsoft per la certificazione OEM ai vari produttori hardware.
In ogni caso, potrebbe essere necessario abilitare il supporto alle tecnologie Intel PTT o AMD PSP fTPM nel BIOS. La procedura è differente a seconda del modello di scheda madre installata nel PC, ma di solito l’opzione di attivazione si trova nelle impostazioni avanzate sotto la voce Sicurezza (o Security).
Microsoft ha comunque rilasciato un elenco di CPU Intel, AMD e Qualcomm compatibili con Windows 11.
Per completezza di informazione e prima di correre ad aggiornare il proprio PC, è bene ricordare che la distribuzione dell’aggiornamento a Windows 11 inizierà alla fine del 2021 e continuerà nel prossimo anno: per un po’ di tempo ancora, quindi, gli utenti non business che non hanno particolari esigenze di sicurezza sui propri sistemi potranno continuare ad usare senza problemi anche i PC dotati di chip TPM 1.2. E comunque, Windows 10 continuerà a funzionare ancora per alcuni anni e sarà pienamente supportato da Microsoft almeno fino al 14 ottobre 2025, così come indicato nella documentazione ufficiale Microsoft.