Il numero di truffe perpetrate sfruttando il nome di Amazon è in costante aumento e non soltanto durante il Prime Day, il Cyber Monday o il Black Friday. La pandemia ha cambiato il modo in cui le persone compiono acquisti e questa affermazione assume una propria dimensione se si pensa che merchant online, meno generalisti di Amazon, hanno goduto di vendite cresciute a doppia cifra come, per esempio, è accaduto a Nike, le cui vendite online nel 2020 sono aumentate dell’82%.
Una crescita che si trasforma in un’occasione ghiotta per truffatori di ogni sorta pronti ad approfittarsi di chi non ha dimestichezza e cognizione sufficienti per muoversi con disinvoltura in rete. A riprova di ciò c’è uno studio condotto dall’azienda di sicurezza Bolster secondo il quale, nel corso del Prime Day del 2021, le truffe che coinvolgono il nome di Amazon sono aumentate di 7 volte.
La truffa dei finti siti con HTTPS: così si evita la nuova trappola del phishing
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Le truffe che sfruttano Amazon
Gli schemi si riducono a una manciata, benché siano attuati da attori diversi. Il primo e forse più popolare fa leva su email inviate alle potenziali vittime nelle quali si promettono prodotti a prezzi molto vantaggiosi, quando non vantaggiosissimi. L’utente clicca sul link indicato nell’email e si ritrova sulla pagina del prodotto su un sito che richiama in tutto e per tutto quello di Amazon ma, procedendo con l’acquisto, sta inviando denaro ai criminali senza ovviamente ricevere nulla in cambio.
Sempre sfruttando le email come mezzo di comunicazione e trasmissione, ci sono varianti di queste truffe che promettono buoni sconto oppure offrono un rimborso a un cliente. In entrambi i casi si viene condotti a una pagina web nella quale – con scuse diverse – occorre indicare i dati sensibili dell’acquirente, comprese le credenziali dell’account Amazon e le coordinate di un metodo di pagamento elettronico.
Ci sono tuttavia dei controlli che è possibile fare prima di abboccare.
Gli elementi che suggeriscono di fare attenzione
I truffatori diventano sempre più bravi ma raramente raggiungono la perfezione. Partiamo quindi da ciò che non funziona quasi mai sulle pagine web verso le quali dirottano le potenziali vittime:
- i link non utili alla procedura richiesta raramente funzionano. Per esempio, i link in fondo alla pagina che conducono al customer service, alle norme sulla privacy o alla homepage del sito: ai truffatori interessa soltanto che siano attivi i link di pertinenza, su tutti il pulsante Paga ora
- numeri telefonici ben visibili sulla pagina. Trasmettono un senso di sicurezza e fiducia, ma Amazon non tiene molto a far trovare con facilità i propri recapiti telefonici, preferisce dialogare via email con i clienti e con gli appositi form
- l’indirizzo della pagina web non ha nulla a che vedere con quello di Amazon e, su questo aspetto, ci soffermiamo sotto
Non tutti gli utenti sanno che, prima di cliccare su un link, possono copiarlo in appositi strumenti online per testarne la sicurezza. Per esempio, copiando un link nel campo che appare al centro della finestra sul sito checkphish.ai e poi, cliccando sul pulsante blu Scan, in una manciata di secondi si ottiene un responso sulla validità del link stesso che, però, può essere ritenuto esaustivo solo se riportato come malevolo.
Non risolve il problema ma restringe il cerchio, anche in virtù del fatto che riporta la data in cui il sito è stato creato. Se la prima pubblicazione online è recentissima, non può certo trattarsi di Amazon, il cui sito web è stato registrato 30 anni fa (il primo giorno di novembre del 1994).
Come difendersi dalle truffe che sfruttano Amazon
La prima regola in assoluto è quella di andare sul sito di Amazon senza cliccare link ricevuti per email e cercare il prodotto citato a mano, usando il motore di ricerca interno.
Inoltre, ci sono delle informazioni che Amazon non chiede mai ai propri clienti, perché ne è già in possesso. Tra queste:
- nomi utente e password
- numeri di carta di credito
- dati bancari
Quando si riceve un’email che conduce a una pagina Amazon, occorre fare attenzione al fatto, per esempio, che anche in caso di rimborso la restituzione del denaro avviene mediante il metodo usato per compiere un acquisto. Chi lo paga con carta di credito non può ricevere buoni o altre forme di pagamento, l’importo pagato va riaccreditato sulla carta di credito.
Il protocollo HTTPS che precede il nome del sito web (https://amazon.com) è nato per trasmettere i dati in sicurezza ma non è garanzia di alcunché. I truffatori lo sanno bene e propongono finti siti dotati di tale protocollo e, nel caso specifico, significa che si sta dialogando con un mascalzone, ma lo si sta facendo in modo sicuro.
A chi si trova confrontato con un dubbio, anche minimo, consigliamo di chiudere la pagina web e di non procedere con l’acquisto.