Il rapporto

Offensive Security per difendersi. Che cosa possiamo aspettarci

Dal Ponemon Institute un report che mostra come le organizzazioni adottino strumenti e tecniche di offensive security per meglio fronteggiare le minacce informatiche che preoccupano di più

Pubblicato il 07 Ago 2023

Federica Maria Rita Livelli

Business Continuity & Risk Management Consultant, BCI Cyber Resilience Committee Member, CLUSIT Scientific Committee Member, ENIA Comitato Scientifico

Offensive security per difendersi

Il Ponemon Institute ha pubblicato, nelle prime settimane di giugno 2023, uno studio condotto con Bishop Fox – società americana leader nel settore dell’offensive security – scaturito dalle interviste a quasi 700 professionisti della sicurezza e del settore IT in piccole, medie e grandi organizzazioni che eseguono attivamente test di offensive security.

Ponemon Institute Report – The State of Offensive Security

Il report di Ponemon Institute fornisce un’analisi degli sforzi di offensive security delle organizzazioni contro le minacce informatiche che preoccupano di più, oltre a delineare lo scenario dei diversi tipi di sicurezza offensiva- i.e. il Red Teaming, il attack surface management, i test di sicurezza cloud e la sicurezza delle applicazioni – per migliorare la propria posizione di cyber security.

È doveroso ricordare che una strategia di offensive security si concentra sull’identificazione proattiva dei processi e dei controlli di sicurezza che impediscono che un attacco vada a buon fine. Al contrario, l’obiettivo delle misure reattive – come il rilevamento e la risposta gestiti – è ridurre al minimo il tempo di permanenza degli aggressori una volta che la prevenzione fallisce. Pertanto, una robusta cyber resilience scaturisce da una calibrata sintesi di approcci offensivi e reattivi.

Offensive security nelle organizzazioni: lo scenario

Il report di Ponemon Institute, rivela che:

  • Il 68% degli intervistati afferma che la propria organizzazione utilizza fornitori di servizi di offensive security di terze parti.
  • Il 27% si affida solo a test esterni.
  • Il 41% utilizza una combinazione di test interni e di terze parti.

Inoltre, i fornitori di servizi di offensive security sono selezionati in base a:

  • L’efficacia dei servizi (48% degli intervistati)
  • La capacità di personalizzare i servizi secondo le esigenze dell’organizzazione (43%)
  • La qualità dei risultati, inclusi i report (34%)

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Investimenti in soluzioni di offensive security – Le organizzazioni effettuano gli investimenti in test di offensive security in base a tre fattori principali e, precisamente:

  • L’adozione di nuove tecnologie (44% degli intervistati)
  • La migrazione al cloud (41%)
  • Il rilascio di nuove applicazioni (40%).

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I vulnerability scanner e le soluzioni di attack surface management sono le tecnologie più frequentemente acquistate per supportare le iniziative di offensive security. In particolare: il 50 % degli intervistati afferma di utilizzare i vulnerability scanner sia per scoprire esposizioni e/o facilitare test di offensive security sia per identificare potenziali difetti nel sistema e classificarli in ordine di gravità; il 48% utilizza tecnologie di attack surface management; il 46% usufruisce di servizi di protezione dai rischi digitali.

Inoltre, più della metà degli intervistati (52%) afferma che i test di offensive security aiutano le proprie organizzazioni a rafforzare le difese contro le minacce informatiche, evidenziando come il ransomware sia la principale minaccia informatica (41% degli intervistati) che guida gli investimenti, seguito dal social engineering (40%) e dalle vulnerabilità del cloud (39%).

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Test di offensive security – Red Teaming, sicurezza delle applicazioni, cloud, rete interna ed esterna e dispositivi IoT

Strategia di Test di Red Teaming & offensive security

Il Red Teaming consiste nello sfidare la capacità di un’organizzazione nell’identificare e mitigare tattiche, tecniche e procedure progettate per eludere i controlli di sicurezza avanzati.

Il 64% degli intervistati afferma che le proprie strategie di sicurezza offensiva includono il Red Teaming. Altre strategie di test di offensive security prese in considerazione dalle organizzazioni: test di sicurezza delle applicazioni (54% degli intervistati), test di dispositivi IoT (49%), test di reti interne ed esterne (47%) e test di sicurezza cloud (43%).

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Agli intervistati è stato chiesto, inoltre, di valutare l’efficacia del red teaming, della sicurezza delle applicazioni, dei test di sicurezza cloud e dei dispositivi IoT in base ad una scala da 1 = non efficace a 10 = altamente efficace.

I test di sicurezza cloud sono i più efficaci nel migliorare la resilienza delle organizzazioni (57%), seguiti dal Red Teaming (47%). Inoltre, i testi di offensive security risultano particolarmente validi ed efficaci per migliorare la postura di sicurezza dei dispositivi IoT (43% degli intervistati) e delle applicazioni (42%).

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Il valore dei test di offensive security e previsioni degli investimenti

È stato chiesto agli intervistati come cambieranno i loro investimenti nei prossimi uno o due anni su una scala che va da un aumento significativo a una diminuzione significativa. Le risposte rivelano che i maggiori aumenti di investimenti si registreranno ne:

  • Sicurezza dei dispositivi IoT (62%)
  • Sicurezza del cloud (60%)
  • Red Teaming (56%)
  • Sicurezza delle applicazioni (56%)
  • Test di rete interna (55%)
  • Test di rete esterna/gestione della superficie di attacco (50%)

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L’importanza dei test di offensive security

Le soluzioni di offensive security combinano il giusto mix di tecnologia, automazione e test per prevenire gli attacchi prima che possano verificarsi. Il report rivela che molte organizzazioni effettuano test continui con una cadenza di una volta alla settimana o più e, precisamente per quanto riguarda le reti interne (31% degli intervistati), seguite da reti esterne/superficie di attacco (29%), applicazioni (28%) e Red Teaming (26%).

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Tabletop exercise & la preparazione al ransomware

I tabletop exercise o e la preparazione al ransomware sono le prime due attività di Red Teaming. Vediamo di che si tratta.

I tabletop exercise sono utilizzati per preparare l’organizzazione agli incidenti di sicurezza informatica. Essi risultano particolarmente efficaci per valutare la preparazione al ransomware e stabilire un piano per mitigare i punti deboli nella capacità di un’organizzazione di prevenire e di testare le strategie di recupero. Il 63% degli intervistati afferma che la propria organizzazione utilizza questi esercizi per testare la postura di offensive security, mentre il 55% afferma li impiega per testare la prontezza al ransomware.

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È doveroso ricordare che il Red Team è un gruppo di professionisti della sicurezza interna che utilizzano competenze specializzate per eseguire attacchi “segreti” che eludono i controlli e i processi avanzati di rilevamento e risposta.

Il 38% degli intervistati afferma che la propria organizzazione ha un Red Team o pianifica di costruire un team interno (32%); mentre un 30% dei rispondenti afferma – a fronte della mancanza di capacità interne di red teaming – di prevedere l’utilizzo di un Red Team esterno in base alle necessità .

Penetration test

Le organizzazioni utilizzano il penetration test per fornire una panoramica completa della qualità e dell’efficacia dei controlli di sicurezza. Dal report si evince che:

  • Il 67% degli intervistati effettua penetration testing su software di terze parti.
  • Il 64% effettua penetration testing su software propri.
  • Il 58% utilizza il code review.
  • Il 50% utilizza il threat modeling.

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Pen testing & Cloud 

Il pen testing è la strategia più diffusa per rilevare le vulnerabilità di sicurezza nel cloud. Il 59% degli intervistati afferma che la propria organizzazione utilizza il pen test per rilevare le vulnerabilità del cloud. Il 41% afferma che le proprie organizzazioni utilizzano la threat analysis (i.e. una strategia di sicurezza informatica che mira a valutare i protocolli, i processi e le procedure di sicurezza di un’organizzazione per identificare minacce, vulnerabilità e persino raccogliere informazioni su un potenziale attacco prima che si verifichino).

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Offensive Security: come viene utilizzato nei diversi settori

Il report offre uno scenario degli investimenti in offensive security nei diversi settori, quali: servizi finanziari (FS), sanitario & farmaceutico (HC), tecnologia & software (TC) e industriale & manifatturiero (IM).

Il report evidenzia come le organizzazioni del settore HC, così come quelle TC, sono più propense a investire in test di offensive security quando vengono adottate nuove tecnologie (rispettivamente 46% e 49%). Le organizzazioni del settore FS (46%) e TC (45%) effettuano test di offensive security quando migrano nel cloud.

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Gli obiettivi dei test di offensive security per il settore FS sono principalmente quelli di soddisfare i requisiti normativi e di conformità (45% degli intervistati) e di migliorare la preparazione alla risposta agli incidenti (44%). L’obiettivo principale per il settore HC è soddisfare i requisiti normativi e di conformità (48%). Le organizzazioni TC affermano che migliorare la risposta zero-day è il loro obiettivo primario (47%)

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Gli intervistati del settore dei FS (67%) e HC (63%) riportano il più alto tasso di efficacia nel rafforzamento delle difese grazie ai test di offensive security.

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Le organizzazioni del settore HC risultano utilizzare maggiormente i vulnerability scanner (55% degli intervistati), tecnologie di surface attack management (53%) e i threat intelligence feed (48%). Il settore FS utilizza sia i vulnerability scanner (49%) sia i servizi di digital risk protection (45%), mentre le organizzazioni del settore TC utilizzano principalmente tecnologie di breach & attack simulation (43%).

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