Windows 10, nella versione attuale 22H2, completerà il suo ciclo di vita (End of Life, EoL) il prossimo 14 ottobre 2025: oltre tale data, tutte le edizioni non avranno più supporto ufficiale e non riceveranno ulteriori aggiornamenti della sicurezza mensili (i cosiddetti Patch Tuesday rilasciati da Microsoft ogni secondo martedì del mese, quando qui da noi in Italia è già mercoledì), a meno che non si tratti delle esistenti versioni LTSC (Long-Term Servicing Channel) che, come diremo meglio più avanti, continueranno a ricevere aggiornamenti in base ai relativi cicli di vita specifici.
Mancano solo 6 mesi e stando alle statistiche di febbraio del portale di Statcounter, sembra che Windows 10 sia ancora la versione di sistema operativo più diffuso (58,7%) rispetto a Windows 11 (38,13%).
Dunque, è importante pianificare già da ora la migrazione dei propri sistemi alle nuove versioni del sistema operativo.
Indice degli argomenti
Addio Windows 10: aggiornare a Windows 11?
I due principali motivi che rendono Windows 10 ancora così diffuso, ma forse dovremmo dire i motivi che rallentano il passaggio a Windows 11, riguardano:
La mappa dei rischi Cyber in Italia: scopri lo scenario per il 2025
- i requisiti di sistema di Windows 11 più elevati che molti PC non soddisfano per cui si deve sostituire l’hardware (ad esempio il supporto per TPM 2.0);
- i timori di incompatibilità con i software aziendali tanto più se si tratta di applicazioni legacy.
A questi si aggiunge, particolarmente in ambito aziendale, la resistenza al cambiamento che è sempre presente quando si tratta di sostituire un sistema operativo, considerando le difficoltà d’uso di un’interfaccia utente rinnovata e il voler preferire sistemi consolidati e ritenuti più stabili.
Microsoft, dal canto suo, ha portato avanti diverse campagne per incoraggiare l’aggiornamento da Windows 10 a 11 gratuitamente (e ancora oggi lo è), così come si è spesa nello “sfatare miti e idee sbagliate” sui problemi e timori accennati in precedenza:
- chiarendo che il passaggio da Windows 10 a Windows 11 è, per progettazione, la stessa cosa di un aggiornamento delle funzionalità di Windows 10, quindi decisamente più semplice e meno critico di quanto non lo sia stato in passato l’upgrade da Windows XP a Windows 7 o da Windows 7 a Windows 10;
- confutando che la compatibilità delle applicazioni sia un rischio quando si esegue l’aggiornamento a Windows 11, proprio per il fatto che quest’ultimo è costruito sulle stesse fondamenta di Windows 10. È un’evoluzione che migliora i punti di forza di Windows 10 e affronta i suoi limiti, con vantaggi di Windows 11 che includono sicurezza, produttività ed esperienze utente migliorate, il tutto mantenendo gli investimenti e i flussi di lavoro delle app esistenti;
- precisando che sin dalla versione iniziale, le organizzazioni che passano a Windows 11 hanno osservato che le applicazioni in esecuzione su Windows 10 continuano a funzionare su Windows 11 senza problemi con una compatibilità delle app superiore al 99,7% tra Windows 10 e Windows 11.
Microsoft non si è limitata a questo e alcuni giorni fa ha diffuso un avviso con il quale tenta di convincere i tanti utilizzatori di Windows 10 ad eseguire l’aggiornamento elencando i rischi (tutti reali e concreti) che si corrono nell’usare un sistema operativo non che riceve più aggiornamenti di sicurezza, definendolo come il lasciare la porta di casa spalancata.
A convincere ulteriormente vi è anche la notizia che il supporto per le app di Microsoft 365 su Windows 10 terminerà il 14 ottobre 2025, quando Windows 10 raggiungerà la fine del supporto e sebbene queste applicazioni continueranno a funzionare, non saranno più affidabili.
Analogo discorso per il supporto per le versioni di Office senza abbonamento Office 2024 e Office 2021 (incluse le versioni di Office LTSC) che continueranno a funzionare in Windows 10, ma non saranno più supportate.
Si avvicina l’End of Life di Windows 10: cosa fare
Partiamo con l’escludere categoricamente l’ipotesi di continuare ad usare Windows 10 senza supporto, trascurando completamente le conseguenze (lasciare la porta di casa spalancata, proprio no).
Direi di escludere anche il tentativo di aggirare quelle restrizioni dovute ai requisiti hardware incompatibili e forzare comunque l’aggiornamento a Windows 11, non perché irrealizzabile ma piuttosto per non ritrovarsi successivamente da un giorno all’altro con un sistema irrimediabilmente bloccato visto che Microsoft sconsiglia fortemente questa pratica e non garantisce aggiornamenti né stabilità per i sistemi operativi installati su computer che non rispettano i requisiti di base per l’aggiornamento.
Qui la metafora della porta citata in precedenza potremmo trasformarla in: chiudere la porta di casa e non riuscire più ad aprirla.
Le alternative a quella canonica di acquistare un nuovo hardware con Windows 11 preinstallato sono:
- aggiornare a Windows 11 se si dispone di una licenza valida di Windows 10 su un PC che soddisfa i requisiti per l’installazione;
- pagare Microsoft per estendere gli aggiornamenti di sicurezza (ESU) su Windows 10.
Vediamole entrambe.
Aggiornare a Windows 11
Le opzioni per l’aggiornamento prevedono:
- Se si preferisce, è possibile eseguire un’installazione da zero, la creazione di un supporto di installazione utilizzabile anche con un Product Key di Windows 10 (può risultare impostato anche a livello di BIOS UEFI) tenendo però conto che, nel caso delle licenze “non a volume”, quel Product Key sia utilizzato su un solo sistema e si riferisca alla medesima edizione di Windows 11 che si intende installare.
- Come alternativa, usare l’assistente all’installazione di Windows 11, ritenuta da Microsoft l’opzione migliore per installare Windows 11 su dispositivo che si sta usando attualmente.
Estendere gli aggiornamenti di sicurezza (ESU) su Windows 10
Bisogna dire che se da un lato è apprezzabile che si possa eseguire l’aggiornamento gratuito, dall’altro è irritante che Windows 11, tra i suoi requisiti, non ritenga compatibili processori datati ma sicuramente ancora in grado di esprimere una configurazione hardware adeguata all’esecuzione del sistema operativo Windows 11, costringendo pertanto alla sostituzione immediata dell’hardware.
Quindi l’opzione Extended Security Updates (ESU), quale alternativa alla sostituzione del PC, è particolarmente interessante: estendere il periodo per ricevere gli aggiornamenti di sicurezza su Windows 10 tramite Windows Update (non prevede correzioni di bug e supporto tecnico), pagando a Microsoft un abbonamento annuale fino a un massimo di 3 anni (fino al 2028 con costi che ogni anno raddoppiano).
ESU è pensato principalmente per le aziende, le organizzazioni e gli enti pubblici ma sembra che sarà disponibile anche per gli utenti privati. Al momento non lo è ancora e potrebbe esserlo poco prima della fine del supporto con un costo dell’abbonamento di 30 dollari per dispositivo all’anno (almeno il primo).
Come detto in premessa esiste una versione di Windows 10 che continuerà ad essere supportata anche dopo ottobre 2025 ed è la Long-Term Servicing Channel (LTSC), normalmente in uso in alcuni settori della sanità, o dell’industrie e infrastrutture critiche ecc. in cui la stabilità e la coerenza sono fondamentali.
Delle quattro edizioni prodotte dal 2015, quelle che continueranno ad essere supportate sono la versione del 2016 fino al 2026, l’edizione del 2019 che terminerà a gennaio 2029 e quella del 2021 che durerà (meno delle precedenti) fino a gennaio 2027.
In conclusione, ESU può essere un valido aiuto nel breve termine se c’è una buona ragione per non passare subito a Windows 11, ma se non c’è allora diciamo pure grazie e addio a Window 10.
[Whitepaper] Migliora la sicurezza della tua azienda con una piattaforma di nuova generazione