Quando si parla di cyber security, a voler restringere il discorso ai minimi termini, l’obiettivo è di garantire la business continuity. Che si traduce, cioè, nel mettere in atto una serie di accortezze, tecnologie, infrastrutture e professionalità capaci di garantire a un’azienda la piena continuità lavorativa.
Portare avanti il proprio business, in buona sostanza, incuranti di come il partner tecnologico stia risolvendo i problemi legati a un attacco o a un qualsiasi altro tipo di incidente informatico.
Se lo stretto legame tra cyber security e business continuity è evidente, spesso lo è meno quello tra queste due discipline e l’ottimizzazione del traffico IP. Perchè è importante ottimizzare il traffico su rete IP, nella cyber security?
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Alfabetizzazione dei clienti
“Ottimizzazione e analisi del traffico è uno dei concetti connaturati nelle reti SD-WAN”, chiarisce Simone Lodi, manager di XStream, Operatore TLC italiano. E continua: “Noi puntiamo, e consigliamo ai nostri partner, una sorta alfabetizzazione del cliente: dargli, cioè, un quadro completo di ciò che passa per le sue linee”.
Il riferimento di Lodi è a un’analisi che fornisca informazioni complete su tipologia e percorso del traffico di rete in uscita e in ingresso dalla LAN dell’azienda. Da qui, poi, si può sviluppare un progetto di cyber security efficace e intagliato sulle specifiche esigenze del cliente.
Un approccio alla sicurezza che si può definire di basso livello e che confluisce, in gran parte, in quel settore che oggi rappresenta, più di altri, una delle più gettonate leve marketing: la threat intelligence.
Raccogliere informazioni in abbondanza
Per un partner tecnologico, che lavori su una sicurezza a tutto tondo e miri a garantire la business continuity dei propri clienti, quindi, oggi è importante partire proprio dall’analisi e ottimizzazione del traffico.
“È un’attività con cui si raccoglie una grande quantità di informazioni”, spiega Lodi, sottendendo alla necessità di strutture tecnologiche e professionisti formati allo scopo. Perché il traffico di rete, col passare del tempo, aumenta per quantità e complessità. Al punto che oggi la Network Traffic Analysis prevede una combinazione di tecnologie vecchie e nuove. Da una parte, per esempio, la sempreverde behaviour analysis e la packet inspection, dall’altra strumenti quali il machine learning e le soluzioni di nuova generazione per tracciare baseline sempre più accurate.
Analizzare il traffico per proteggere l’azienda
Un approccio più accurato all’analisi del traffico dei propri clienti porta in dote numerosi vantaggi non solo per la sicurezza, ma per tutto l’impianto sistemistico. Innanzitutto, il profilo che se ne ricava consente di tracciare un quadro preciso e molto realistico sulle prestazioni della rete analizzata.
Così facendo, si rilevano colli di bottiglia, conflitti hardware e software, problemi di configurazione: temi che impattano su parametri quali la velocità e l’uptime, ma possono creare anche le basi per vulnerabilità e attacchi annessi. Analisi e ottimizzazione del traffico, dunque, sono uno dei primi strumenti per la difesa digitale e dovrebbero, per questo, essere parte integrante di un’offerta di cyber security.
Ottimizzare le risorse
L’analisi del traffico, del resto, può diventare un meccanismo virtuoso per l’ottimizzazione delle risorse, con conseguente risparmio sia sotto il profilo dei consumi energetici, sia per una migliorata gestione del personale.
Una leva economica che di questi tempi si traduce nel consolidamento del rapporto tra partner tecnologico e cliente finale. L’analisi del traffico, inoltre, diventa una sorgente di IOC (Indicator of Compromise) di primaria importanza nei sistemi di threat intelligence.
È da un’analisi di questo tipo, tanto per intenderci, che provengono informazioni quali origine e tipologia dei traffici di dati. E da qui, poi, i partner tecnologici possono sviluppare progetti di prevenzione e contrasto delle minacce molto più efficaci e tempestivi.
Vantaggi anche economici
L’insieme di vantaggi apportati da un’analisi e ottimizzazione del traffico di rete, infine, hanno un forte impatto proprio sul concetto di business continuity dei clienti. Mettere al centro di ogni considerazione la qualità del traffico dati, e ottimizzarlo di conseguenza, significa limitare le possibili cause di malfunzionamenti, interruzioni e criticità capaci di rallentare o bloccare in toto l’attività di un’azienda.
Si tratta di un approccio analitico più vicino alla system integration che alla cyber security e, per questa ragione, è più versatile, efficace e vantaggioso anche dal punto di vista economico.
Serve una buona analisi di partenza
Stabilita, dunque, la stretta correlazione tra cybersecurity, business continuity e analisi del traffico, si passa a considerare l’ottimizzazione di quest’ultimo. Come si ottimizza il traffico dati di un cliente anche nell’ottica di migliorarne la protezione?
La prima regola è che non si tratta di un’attività nella quale ci si può improvvisare: troppo elevato, infatti, il livello di know-how necessario.
La seconda, è che un’eccellente ottimizzazione parte da una buona base dati da analizzare. Analisi dei pacchetti e di indirizzi IP di origine, elenco e analisi dei protocolli utilizzati, verifica dei sistemi di cifratura, analisi delle prestazioni e individuazione dei colli di bottiglia: sono solo alcuni degli esempi di informazioni necessarie per sviluppare un efficace piano di ottimizzazione.
Partire dalle basi… della rete
Simone Lodi, interrogato nel merito, sottolinea che XStream, nascendo come operatore di telecomunicazioni, ha un approccio molto analitico a questa fase e mette al centro di ogni strategia proprio l’infrastruttura e il modo in cui questa veicola i dati.
Per questa ragione, con tecnologie proprietarie e professionisti qualificati offre soluzioni pronte per essere messe a catalogo dai propri partner, che possono così implementare sistemi di analisi e ottimizzazione per tutte le necessità. In effetti, la tendenza del mercato, in questo settore, è proprio quella di service provider che esonerano i partner da costosi investimenti su tecnologie, formazione e risorse.
Meglio, in questo senso, scegliere un’azienda che si occupi di attività di questo tipo e configurarsi come rivenditori dei relativi servizi. Così facendo si limitano gli investimenti, concentrandosi sul proprio core business che può essere così arricchito senza accollarsi pericolosi rischi imprenditoriali.
Contributo editoriale sviluppato in collaborazione con XStream