LA RIFLESSIONE

Cybersecurity e data protection: un connubio ormai indissolubile per l’integrità dei dati personali

Le informazioni relative a dati personali e aziendali devono essere protette da tutte le minacce e le vulnerabilità, siano esse interne o esterne, intenzionali o accidentali, assicurandone riservatezza, integrità e disponibilità. Per questo motivo, difendere la sicurezza aziendale deve diventare una priorità

Pubblicato il 28 Dic 2022

Paola Zanellati

Consulente Privacy

Cyber security e data protection

Nel marzo 2016 il Garante Europeo per la Protezione dei dati affermava che “La sicurezza dei dati personali è un obbligo di legge, ma è anche necessaria nell’interesse delle organizzazioni che si affidano all’uso di informazioni per la loro attività quotidiana. È essenziale che esse mantengano livelli di sicurezza adeguati per le informazioni in quanto il valore e l’efficienza del loro lavoro dipende in modo rilevante da ciò. Esorto le gerarchie delle istituzioni dell’UE a impegnarsi nello sviluppo e nell’uso di processi personalizzati di gestione dei rischi legati alla sicurezza delle informazioni in modo da rispondere alle esigenze specifiche della loro organizzazione“.

Nulla di più attuale.

Negli ultimi dieci anni, con un’accelerazione esponenziale, abbiamo assistito a una rivoluzione tecnologica dovuta all’utilizzo sempre più incalzante dei canali digitali per comunicare con clienti e fornitori e per conservare le informazioni e i dati aziendali.

La sfida principale rimane ed è più che mai attuale: la maggioranza delle aziende ha un addetto alla sicurezza delle informazioni, meno che mai di una risorsa dedicata solamente alla cyber security. La figura del responsabile della sicurezza informatica diventa basilare per garantire l’integrità delle informazioni personali di tutte le figure professionali che interagiscono con la propria azienda.

Viviamo in una società basata sulla conoscenza, in cui le informazioni sono un patrimonio prezioso e una fonte di nuovi business ad altissimo valore economico.

Le informazioni, sia relative a dati personali che ai dati aziendali, devono essere protette da tutte le minacce e le vulnerabilità, siano esse interne o esterne, intenzionali o accidentali. In particolare, devono essere assicurate la riservatezza, l’integrità e la disponibilità delle informazioni. Per questo motivo, il lavoro di difendere la sicurezza aziendale diventa un lavoro a tempo pieno e una priorità.

Armonizzare le regole UE per una cibersicurezza fondata sulla privacy

La sicurezza informatica per i dati provenienti da Internet

La sicurezza informatica, o anche cyber security, riguarda la protezione dei dati che provengono da internet. I professionisti dedicati si occupano in questo caso di assicurare che la rete aziendale, i server e i sistemi digitali utilizzati siano a prova di incursione da parte di hacker e altri criminali del web.

Cyber security è anche l’insieme degli strumenti, della politica aziendale, dell’approccio al risk management, delle linee guida, della formazione ai dipendenti, delle tecnologie che possono essere utilizzate per proteggere l’ambiente digitale, ma anche tutti gli strumenti che vengono utilizzati dai dipendenti durante la loro normale giornata lavorativa: cellullari, email, accesso ai social.

La cyber security si trova di fronte ad una minaccia persistente dovuta ai continui tentativi di penetrare la sicurezza aziendale da parte di malware, phishing, sociale engineering e altre tipologie di attacchi informatici

Quali sono le conseguenze di un data breach

Divulgazione non autorizzata, perdita di dati e informazioni, accesso ai dati personali trasmessi/conservati/trattati, distruzione, modifica dei dati: le conseguenze sono chiusura delle aziende e danno reputazionale. Il costo globale delle violazioni è quasi raddoppiato dal 2019 al 2022:

  • 3,86 milioni di dollari per violazioni di sicurezza;
  • 4,27 milioni di dollari per violazioni dolose;
  • 4,44 milioni di dollari per richieste di riscatto.

Nel 2021 ogni 11 secondi è stato lanciato un attacco: il 36% delle vittime paga il riscatto e il 17% dei ricattati una volta pagato il riscatto non recupera i suoi dati.

Il GDPR individua all’art. 5 i principi applicabili al trattamento dei dati e obbliga il titolare del trattamento dei dati personali a mettere in atto misure tecniche e organizzative adeguate per garantire, ed essere in grado di dimostrare (onere della prova), che il trattamento sia effettuato in conformità al regolamento all’Art. 24.

Il che significa predisporre un Sistema di Gestione della Sicurezza delle Informazioni che sia:

  1. adeguato alle caratteristiche organizzative della Società;
  2. sostenibile finanziariamente;
  3. conforme alle normative ed ai regolamenti vigenti;
  4. individui, classifichi ed analizzi obiettivi, opportunità e rischi;
  5. individui responsabilità per la gestione della sicurezza delle informazioni;
  6. scriva e diffonda in forma chiara, accessibile e comprensibile ai collaboratori ed alle terze parti interessate, le direttive e le procedure di sicurezza;
  7. assicuri l’allineamento del sistema di gestione alla evoluzione tecnologica;
  8. certifichi e mantenere la conformità e l’efficacia del Sistema di Gestione attraverso le evidenze;

In particolar modo, i benefici che ci si aspetta di ottenere dall’implementazione del SGSI sono i seguenti:

  1. scansare incidenti relativi alla sicurezza delle informazioni o almeno contenerli: ormai la certezza è “quando” subiremo un attacco informatico, non “se” subiremo un attacco;
  2. individuare le cause di inefficacia dei processi di gestione;
  3. comunicare ai clienti gli sforzi per l’aumento consapevole della sicurezza delle informazioni;
  4. diffondere la cultura della sicurezza delle informazioni presso gli utilizzatori dei servizi;
  5. gestire un sistema di registrazione di non conformità, reclami, incidenti e quasi incidenti e di monitoraggio degli stessi e dei costi connessi;
  6. prevenire danni anche di immagine provenienti da incidenti sulla gestione della sicurezza delle informazioni.

La maggior parte degli attacchi informatici, in Italia così come un po’ nel resto del mondo, proviene da malware, da tentativi di phishing, social engineering. Il problema di fondo è duplice: le statistiche dimostrano come di anno in anno, i malcapitati di queste minacce informatiche sono in crescita; dall’altro, gli attacchi di successo vengono realizzati a costi sempre minori.

In tutto questo, anche in ambito aziendale, i danni sulla produttività non mancano di certo. E tra truffe, furti di denaro, estorsioni, violazione di dati sensibili, il conto negli ultimi anni è stato più salato delle aspettative.

Non c’è il minimo dubbio sul fatto che l’entrata in vigore del GDPR abbia inciso in materia di investimenti nella sicurezza informatica aziendale.

Tocca ai vertici aziendali valutare quali sono i rischi che possono verificarsi in materia di privacy di dati e informazioni e quali sono le contromisure adeguate da prendere tenendo conto che la gestione della cyber security varia in base alle esigenze e alla struttura di ogni azienda.

Affinché tutto funzioni per il verso giusto, è bene che le aziende sviluppino una cultura interna.

Minimizzare le probabilità di perdita di dati, a seguito di un attacco informatico, diventa perciò possibile solo con l’implementazione di un sistema di prevenzione attraverso la formazione dei lavoratori.

Competenze interne: arma vincente su cui investire tempo e risorse

Chi lavora nel ramo della sicurezza informatica aziendale sa benissimo che ci sono diverse tematiche fra loro connesse: la gestione del rischio, l’organizzazione dei sistemi informatici, l’attenzione alla sicurezza dei software e i penetration test sono alcune delle aree trasversali su cui c’è molto da lavorare.

La rete Internet rappresenta il principale veicolo per attaccare le aziende e tutti i dipendenti risultano esposti al rischio di cyber attacchi. Investire nella sicurezza informatica aziendale è più che mai necessario, principalmente per una questione di produttività e di salvaguardia dei dati.

Inoltre, ricordate che investire nella formazione 4.0 ha un duplice vantaggio: dare valore aggiunto alle soft skills dei propri dipendenti andando a creare consapevolezza e una forma mentis che sappia affrontare un attacco informatico. L’altra vantaggio è avere un credito d’imposta dal 40% al 70% scaturito proprio dal bonus formazione anche per l’anno 2023.

Concludo con una frase detta dal famoso Richard Clark, consulente della casa Bianca, che disse “chi spende più soldi per il caffè che per la sicurezza delle informazioni personali, merita di essere hackerato”.

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