Cresce la richiesta nel mercato del lavoro di professionisti digitali esperti in tema di cyber security: tra questi i DevSecOps Expert, le figure più richieste e all’avanguardia in questo campo: specialisti della cyber sicurezza, che inseriscono l’attenzione alla sicurezza informatica in ogni fase del processo di sviluppo del software e incoraggiano la collaborazione tra team operativi per creare tecnologie efficienti e sicure per le aziende.
Una necessità, quella di nuove figure professionali nell’ambito della cyber security, dettata dal fatto che il cyber crimine continua a crescere in Italia e nel mondo, rendendo lo spazio online sempre più pericoloso per aziende, organizzazioni e utenti.
Lo dicono i dati dell’ultimo Rapporto Clusit sulla sicurezza ICT in Italia, che mostrano come nel 2022 i cyberattacchi in Italia siano aumentati del 168,6% rispetto al 2021, un dato significativamente più alto della media globale (21,5%).
Di conseguenza, le aziende di tutto il mondo, dalle big companies alle piccole e medie imprese, sono sempre più attente alla tutela della propria sicurezza informatica come punto imprescindibile per la sicurezza dell’intero ecosistema aziendale.
Indice degli argomenti
Attacchi informatici: come avvengono e chi colpiscono
Gli incidenti informatici avvenuti nel 2022 sono in prevalenza attacchi con finalità di cybercrime, riconducibili principalmente ad attività di spionaggio e sabotaggio, all’information warfare e ad azioni di attivismo.
Nello specifico, il 12% degli attacchi è stato rivolto al settore sanitario, con valori in crescita percentuale del 16% rispetto al 2021; l’11% all’industria informatica, e l’8% al settore scolastico e universitario: tutti settori cruciali per l’economia e la sicurezza nazionale.
Questa tipologia di attacchi, caratterizzata da significativi risvolti economici legati alla diffusione degli attacchi ransomware, mostra una tendenza di crescita costante negli ultimi cinque anni.
Nel contesto delle crescenti tensioni internazionali tra superpotenze e del conflitto russo in Ucraina, anche l’Italia appare ormai in maniera evidente nel mirino. Lo dimostrano ancora una volta i dati: nel 2022, gli attacchi verificatisi nel nostro Paese sono stati il 7,6% sul totale globale.
Nuovo approccio strategico per tutelare la sicurezza informatica
In Italia si verificano circa 900 attacchi informatici a settimana. È naturale, perciò, che le aziende ricerchino esperti di sicurezza informatica che le aiutino a prevenire e contrastare le cyber minacce.
Ne consegue la necessità delle aziende di rinnovare la propria strategia di difesa dal cybercrimine, tradizionalmente basata su prodotti specifici e servizi di consulenza e valutazione del rischio spesso forniti da consulenti esterni.
Tale approccio, infatti, non è più sufficiente a contrastare il fenomeno, soprattutto perché sono sempre più frequenti gli attacchi che si verificano a causa di vulnerabilità del codice, e dunque della sorgente stessa.
Questo porta a un necessario cambio di paradigma: l’elaborazione di una strategia di prevenzione globale alle problematiche della cyber security che garantisca più sicurezza e a partire dal basso, ovvero dal livello della scrittura del codice stesso.
È la nascita dell’approccio metodologico DevSecOps (Development Security Operations) che coniuga l’alta affidabilità in termini di vulnerabilità dei prodotti alle esigenze di flessibilità e velocità di produzione, integrando la sicurezza informatica all’interno del codice e ottenendo la possibilità di lavorare su questo aspetto non solo alla fine, ma anche durante il processo di creazione di uno strumento informatico aziendale.
Tre principali cyber attacchi e come difendersi
In particolare, sono tre le principali modalità di attacco informatico da cui proteggersi attivamente.
La prima è riconducibile all’errore umano e si realizza spesso attraverso il phishing, ossia una serie di strategie volte a ingannare l’utente per fargli cedere dati personali e sensibili come, per esempio, i dati di pagamento. L’azione della cyber sicurezza, in questo caso, deve essere di prevenzione: segnalare debitamente questi casi e dissuadere l’utente dall’affidarsi a fonti sospette.
La seconda modalità di attacco cyber criminale è il malware: un software estraneo che viene installato su un dispositivo a insaputa dell’utente e che, ancora una volta, potrà procedere al furto di dati sensibili.
Infine, la terza principale modalità di attacco sfrutta le debolezze del codice del software in questione, spesso non sviluppato già nell’ottica di fornire il massimo della protezione contro i cyber attacchi.
È proprio su queste due ultime modalità di attacco che il protocollo DevSecOps agisce con più efficacia, integrando fin da subito difese informatiche più salde a difesa del software e dei dati degli utenti.
Nuove professioni digitali: il DevSecOps Expert
Con il nuovo approccio metodologico DevSecOps, cresce la richiesta da parte delle aziende della figura professionale del DevSecOps Expert: nuovo specialista della sicurezza informatica che opera integrando l’attenzione alla cyber security fin dall’inizio del ciclo di vita del software, dal design alla distribuzione.
Per questo, il DevSecOps Expert è una figura-tramite tra i team di sviluppo e sicurezza, necessaria per creare applicazioni più sicure e ridurre il rischio di vulnerabilità e attacchi informatici.
Quello del DevSecOps Expert è un approccio del tutto nuovo alla sicurezza informatica, che risponde alle esigenze delle aziende di sentirsi più protette contro il crimine informatico.
Nell’approccio standard, infatti, l’analisi della vulnerabilità della sicurezza è sempre stata spostata verso la parte finale del ciclo di sviluppo attraverso i penetration test, i quali, a oggi, rappresentano ancora la best practice per scovare i punti deboli della propria organizzazione dal punto di vista della cyber security.
I penetration test sono simulazioni di potenziali attacchi informatici e vengono eseguiti per raccogliere quante più informazioni possibili sul bersaglio scelto, come i punti di accesso più probabili, ma anche i più nascosti e insospettabili, tentando di violarli e analizzandone i risultati forniti sotto forma di reportistica.
Il DevSecOps Expert si inserisce invece a monte dei penetration test e il suo compito è anticipare sia l’analisi delle potenziali minacce (threat analysis) che l’applicazione di eventuali contromisure, spostando l’attenzione verso la fase di implementazione del codice stesso. In questo modo, vengono dunque anticipate anche le relative verifiche di sicurezza.
In questo approccio è necessario che i principi di sicurezza vengano considerati fin dalle prime fasi di progettazione, inserendoli nel normale flusso DevOps. Inoltre, per evitare rallentamenti nella pipeline di sviluppo, test e controlli di sicurezza devono essere automatizzati e integrati nelle pratiche di continuous integration.
Adottare questo approccio è estremamente vantaggioso in termini di costi e performance aziendali e per questo la figura del DevSecOps Expert è oggi una delle più ricercate dalle aziende sia all’estero, dove questa figura è nata, sia sempre di più anche in Italia.
Rilascio rapido dei software con meno errori e minori costi
In definitiva, l’approccio DevSecOps (Development, Security, Operations) rappresenta un cambiamento fondamentale nel modo in cui le organizzazioni affrontano la sicurezza informatica.
In particolare, l’integrazione della sicurezza fin dall’inizio del processo di sviluppo consente di identificare e risolvere le vulnerabilità in modo tempestivo. Le pratiche di DevSecOps, infatti, includono l’automazione dei test di sicurezza e la scansione continua del codice per individuare e risolvere le debolezze prima che vengano sfruttate da attacchi esterni.
L’approccio DevSecOps promuove inoltre una cultura di risposta rapida agli incidenti di sicurezza. Le organizzazioni che adottano l’approccio DevSecOps sono in grado di rilevare e rispondere agli attacchi in modo più tempestivo, minimizzando gli impatti negativi sulle operazioni aziendali e riducendo i tempi di inattività.
Dal punto di vista dell’organizzazione aziendale, la metodologia DevSecOps incoraggia la collaborazione tra team di sviluppo, sicurezza e operazioni. Questa sinergia consente una comunicazione più fluida, la condivisione delle conoscenze e una comprensione comune dei requisiti di sicurezza. La cooperazione tra team aiuta a ridurre le incomprensioni e le lacune nella sicurezza, migliorando la qualità complessiva del software.
Infine, l’automazione è un aspetto chiave dell’approccio DevSecOps, in quanto consente di implementare e gestire politiche di sicurezza in modo coerente e scalabile, riducendo l’errore umano e migliorando l’efficienza complessiva. L’automazione dei processi di sicurezza consente anche una risposta rapida alle minacce emergenti e semplifica l’integrazione di strumenti di sicurezza di terze parti.
Conclusioni
La metodologia DevSecOps favorisce nel complesso l’agilità aziendale consentendo alle organizzazioni di rilasciare nuove funzionalità software più rapidamente.
Integrando la sicurezza nel processo di sviluppo, le organizzazioni possono mitigare i rischi associati al rilascio di software non sicuro o vulnerabile: ciò consente di ridurre i tempi di commercializzazione e di adattarsi in modo più rapido ai cambiamenti del mercato.
Questi vantaggi aiutano le organizzazioni a proteggere i propri sistemi e dati sensibili, migliorando la resilienza e la fiducia nel contesto delle minacce sempre più presenti e pressanti.
Per questo motivo sarà sempre più fondamentale formare i DevSecOps Expert di domani attraverso corsi specialistici, che prevedano l’aggiornamento delle competenze preesistenti degli sviluppatori e formino i professionisti del settore in merito alle nuove best practice della sicurezza informatica, che saranno, nel futuro prossimo, sempre più richiesti da ogni tipo di azienda.