La contabilizzazione e rappresentazione a bilancio delle entità crittografiche è un tema complesso e ancora largamente da codificare e chiarire, partendo dal concetto di entità crittografiche con il quale si intendono non solo le crittovalute ma anche tutti gli altri token digitali.
Ecco come funzionano le crittovalute: funzioni hash e crittografia, spiegati bene
Indice degli argomenti
Entità crittografiche e bilancio di esercizio: il modello USA
Per quanto riguarda gli USA, una buona sintesi di come sia stato affrontato il tema può essere tratta dalla lettura del paper dell’AICPA “Accounting for and auditing of digital assets US GAAP cryptocurrency”, pubblicato ad agosto 2020, dal quale, in estrema sintesi, si evince quanto segue:
- per gli Usa le cryptocurrency sono commodities, ovvero beni immateriali. In nessun caso possono essere considerate o assimilate a valuta (e-CFR Code); per valuta si intendono solo quelle fiat governative;
- i principi contabili da considerare, secondo una logica “caso per caso”, che ricomprende anche gli altri token digitali, sono:
- ASC 305 cash and cash equivalents;
- ASC 825 financial instruments (ed in questo caso: valutare se e come valutarli al fair value ed applicare ASC 820);
- ASC 350 intangible assets (ed in questo caso: valutare se e come valutarli al fair value ed applicare ASC 820);
- ASC 330 Inventory.
È interessante leggere quanto indicato nei bilanci periodici depositati presso la SEC (Securities and Exchange Commission) dagli investitori – quotati in borsa – che investono in crittovalute, quali Microstrategy e Tesla.
Microstrategy applica il principio ASC 350 e definisce i Bitcoin quali “beni immateriali a vita indefinita” valutandoli al fair value – (impaired nel bilancio al 30/9/2020) – secondo ASC 820.
Degne di nota sono le informazioni fornite nelle note al bilancio, riguardanti i criteri di valutazione e l’applicazione del fair value, i rischi di mercato relativi ai Bitcoin, i rischi di variazione del prezzo dell’azione in funzione della variazione di valore del Bitcoin.
Dalla lettura dei bilanci di queste società quotate si possono trarre spunti da applicare, per quanto consentito, ai bilanci predisposti secondo IFRS (International Financial Reporting Standards) o ITAS-OIC (principi contabili italiani).
Per tutti gli altri token digitali, diversi dalle crittovalute, vale l’approccio case-by-case, lasciando libertà all’estensore del bilancio.
Gli standard di riferimento
Per quanto riguarda gli IFRS, il documento di riferimento è l’IFRS Staff Paper Meeting di giugno 2019, che chiarisce i seguenti punti.
I principi astrattamente applicabili sono:
- IAS 1: Presentation of financial statement (current/non current);
- IAS 2: Inventories;
- IAS 21 Changes in foreign exchange rates (n.b.: par. 16 states that the essential feature of a non-monetary item is the absence of a right to receive (or an obligation to deliver) a fixed or determinable number of units of currency);
- IAS 32 Financial Instruments presentation;
- IFRS 9 / IAS 39 Financial Instruments recognition measurement;
- IAS 38 Intangible assets;
- IFRS 5 non current assets held for sale and discontinued oper;
- IFRS 13 Fair Value Measurement.
Le conclusioni IFRIC di marzo 2019 sono le seguenti (riportate in lingua originale per evitare imprecisioni di traduzione):
- Committee considered cryptocurrencies with all the following characteristics:
- a digital or virtual currency recorded on a distributed ledger and uses cryptography for security;
- that is not issued by a jurisdictional authority or other party;
- holding of a cryptocurrency that does not give rise to a contract between the holder and another party;
- The Committee concluded that:
- IAS 2 Inventories applies to cryptocurrencies when they are held for sale in the ordinary course of business (lower of cost or net realizable value – per i miners ndr – OR fair value less to sell if held by broker-trader; variazioni FV a conto economico ndr);
- If IAS 2 is not applicable, an entity applies IAS 38 Intangible Assets to holdings of cryptocurrencies (cost model: cost – impairment test – OR revaluation model: fair value less subsequent impairment se c’è mercato attivo; variazioni FV a patrimonio netto ndr).
Secondo IFRIC, quindi, le crittovalute non sono cash or cash equivalent perché non sono medium of exchange (IAS 32: cash is a financial asset because it is the basis on which all transactions are measured and recognized in financial statements).
Le stablecoins sono escluse dal documento perché non sono crittovalute, così come definite da IFRIC.
Da porre attenzione all’informativa nelle note al bilancio prevista da:
- Par. 36 – 39 IAS 2
- Par. 118 – 128 IAS 38
- Par. 91 – 99 IFRS 13, se valutazione a fair value
- Par. 21 IAS 10 eventi intervenuti dopo data di riferimento
Da segnalare che IFRIC non tratta altri token digitali quali gli utility tokens o i non-fungible tokens (NFT) e le ICOs; altrettanto, nulla dice con riguardo agli asset digitali detenuti per conto di terze parti (attività di custodian).
L’EFRAG segnala che i seguenti temi sono ancora aperti:
- come contabilizzare e valutare missione di ICOs o altri tokens;
- se si applica IFRS 9 financial liability per l’emittente di security and/or asset-based tokens;
- se si applica IAS 32 per gli emittenti di token digitali che rappresentino quote societarie o altri diritti partecipativi;
- come contabilizzare e rappresentare l’attività di mining.
NFT: come trasformarli in potente strumento contrattuale per professionisti
Entità crittografiche e bilancio di esercizio in Italia
Per quanto riguarda i principi italiani dell’OIC (ITAS), si segnala che non c’è alcun pronunciamento ufficiale da parte dell’OIC.
A mio avviso (parere del tutto personale), è necessario mutuare quanto previsto in sede IFRS, purché sia coordinabile e non in conflitto con i principi italiani.
Ritengo, sempre a titolo personale, che:
- chi fa attività di mining o trading possa considerare le entità crittografiche come magazzino, ponendo particolare attenzione alla informativa in nota integrativa e relazione sulla gestione;
- gli altri investitori possano iscrivere le crittovalute come Attivo circolante, “Attività Finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni” nella voce C) III 6) Altri titoli;
- le crittovalute non possano essere iscritte tra le liquidità perché non soddisfano la definizione dell’OIC 14.
La contabilizzazione dell’emissione o detenzione di token digitali non crittovalutari (si ricorda che la definizione di criptovaluta è normata per Legge in Italia) richiede particolari verifiche per accertare se hanno natura di debito, capitale, ibrida.
Va posta attenzione alla informativa di bilancio con riferimento alla volatilità dei valori, i volumi, il mercato di riferimento, la tipologia di entità crittografica, gli eventi successivi alla data di riferimento, la gestione dei rischi (derivati di copertura?), l’influenza che questi beni – più volatili di altri – possono avere nella determinazione di rating e covenant bancari e non.
Evidenzio, infine, i notevoli problemi di coordinamento tra principi contabili italiani e «normativa» tributaria (assimilazione crittovalute alle valute estere secondo circolare AdE: necessità adeguamento cambio ai fini fiscali ecc.).
BIBLIOGRAFIA
- IFRS Staff Paper IFRIC Meeting, giugno 2019
- EY Accounting by holders of cryptoassets, settembre 2019
- IFRS Staff Paper IFRIC Meeting, novembre 2019
- PWC Cryptographic assets and related transactions: accounting considerations under IFRS, dicembre 2019
- Pontani Franco: le crittovalute nel bilancio di esercizio delle società di capitali. Economia Aziendale Online, Pavia, aprile 2020
- EFRAG Accounting for cryptoassets (liabilities), 16 giugno 2020
- EFRAG discussion paper accounting for crypto-assets (liabilities). Holder and issuer perspective, luglio 2020
- AICPA accounting for and auditing of digital assets US GAAP cryptocurrency, agosto 2020
NOTA BIBLIOGRAFICA
I riferimenti normativi indicati nell’articolo sono aggiornati al 31 maggio 2021.