Facility management & smart building: due concetti sempre più correlati tra loro in un’ottica di gestione del rischio e disaster recovery necessarie per la continuità operativa delle infrastrutture digitali.
Indice degli argomenti
Facility management e smart building per le infrastrutture digitali
Il mercato delle costruzioni/immobiliare italiano si è molto evoluto a partire dagli anni 90 ed ha comportato mutamenti culturali e organizzativi dovuti ad un contesto di riferimento sempre più competitivo e globalizzato.
Si stanno sempre più affermando approcci in un’ottica di sostenibilità economica delle operazioni, con la conseguente presa di coscienza dell’importanza della fase di gestione degli edifici: condizione cruciale per il ritorno degli investimenti e, di conseguenza, elemento centrale del progetto e della sua concreta attivazione e fattibilità (life cycle cost).
La rivoluzione digitale in atto comporta una sempre maggiore diffusione del concetto di smart building: le infrastrutture del digitale costituiscono vere e proprie leve che contribuiscono ad ottimizzare la gestione degli edifici, permettendo di far “viaggiare” in rete dati e di trasformarli in informazioni preziose.
In un’ottica di gestione del rischio, continuità operativa e resilienza dobbiamo prendere coscienza che vari fattori possono impattare sulla gestione stessa delle strutture e che gli analytic, messi a disposizione dell’Artificial Intelligence e del Machine Learning, possono essere utilizzati per implementare misure preventive.
Facility management e smart building: nuove sinergie
Da un lato si riscontra che l’impiego della nuova tecnologia permette di identificare ed eliminare attività di routine e ripetitive, che possono essere facilmente automatizzate, come la manutenzione programmata, le ispezioni ricorrenti di attrezzature considerate critiche per garantire una maggiore efficienza degli edifici, semplificazione dei processi e delle attività quotidiane.
Dall’altro si rende necessaria un’accurata analisi della gestione del rischio, pianificazione delle misure necessarie atte a garantire la continuità operativa e resilienza degli edifici prima di qualsiasi impiego di tecnologia in quanto è comprovato che, se il facility management è integrato con altri aspetti del disaster recovery e della continuità operativa, disastri/incidenti/crisi/interruzioni possono essere gestiti meglio e risolti con maggior successo.
È necessaria, quindi, una maggiore sinergia tra i Facility Manager e i professionisti della continuità operativa, del disaster recovery e della security, della safety e dell’IT: essi devono lavorare fianco a fianco, riunirsi periodicamente per scambiarsi informazioni sulle minacce, sulle vulnerabilità e sulla modalità di gestione delle stesse in modo tale da fornire valore aggiunto alle varie organizzazioni e permettere un allineamento sugli obiettivi da conseguire, sulle aspettative dei proprietari da soddisfare, oltre a garantire i requisiti delle organizzazioni che lavorano all’interno degli edifici stessi.
Le funzioni di continuità operativa, di disaster recovery, di security, di safety, di IT e di facility management sono responsabili della protezione del personale e degli asset ed insieme devono identificare le opportunità relative a progetti collaborativi, quali ad esempio:
- esercitazioni congiunte di disaster recovery;
- evacuazioni;
- valutazione dei rischi.
Inoltre, riunioni programmate possono aiutare ad eliminare la confusione dei ruoli e definire meglio le azioni da intraprendere al verificarsi di un incidente/emergenza/crisi per garantire un approccio olistico di successo per il recupero delle attività.
È necessaria una forte sinergia tra queste figure aziendali sin dalle prime fasi di progettazione, durante e dopo l’attuazione dei progetti, stabilendo:
- buone norme per la identificazione dei dispositivi, della loro installazione, definizione finestre di manutenzione e pianificazione della scalabilità;
- modalità di coordinamento;
- miglioramento della qualità della vita negli edifici;
- maggiore efficienza e tutela ambientale;
- ottimizzazione dell’energia e gestione efficiente del calore;
- mobilità interna intelligente;
- gestione smart delle risorse;
- maggiore sicurezza ed aumento dei sistemi di controllo.
IoT: rivoluzione tecnologica sul facility management
Ricordiamoci che l’IoT apporta una rivoluzione tecnologica e metodologica sulle modalità del facility management, in quanto:
- fornisce quantità e qualità dei dati disponibili in termini di interventi effettuati o da effettuare;
- programma la manutenzione;
- programma accessi e utilizzo spazi;
- richiede adempimenti necessari per il rispetto delle normative vigenti.
Ma è necessario proteggere questa tecnologia che può diventare facilmente target di cyber attack e, pertanto, bisogna accrescere la tutela dei dati per essere conformi alla vigente normativa del GDPR in termini di:
- liceità dei dati in possesso: i dati devono essere trattati in modo lecito, corretto e trasparente nei confronti dell’interessato;
- limitazione della finalità di raccolta: i dati sono raccolti per finalità determinate, esplicite e legittime;
- minimizzazione utilizzo dei dati: pertinenza dei dati raccolti e limitati a quanto necessario vs. le finalità per le quali sono trattati;
- esattezza dei dati: esattezza dei dati raccolti e, se necessario relativo aggiornamento;
- limitazione della conservazione dei dati: essi dovranno essere conservati in una forma che consenta l’identificazione degli interessati per un arco di tempo non superiore al conseguimento delle finalità per le quali sono trattati;
- integrità e riservatezza dei dati: essi devono essere trattati in modo tale da garantire un’adeguata sicurezza dei dati personali, compresa la protezione, mediante misure tecniche e organizzative adeguate, evitando trattamenti non autorizzati o illeciti e perdita, distruzione o danno accidentali.
Conclusioni
Ne consegue che bisogna adottare varie misure atte a contrastare attacchi cyber e conseguenti data breach nei confronti di dispositivi smart, in un’ottica di gestione del rischio, della continuità operativa e della resilienza, quali per esempio:
- impostazione di password complicate per avere accesso;
- regolare aggiornamento del firmware;
- implementazione di protocolli di sicurezza del tipo HTTPS;
- continuo aggiornamento in termini di “best practice” sulla cyber security;
- continua collaborazione con partner fidati, che offrono servizi di sicurezza hardware, software e di assistenza approfondita.
Gli strumenti e le misure per difendersi dai rischi dell’IoT, AI e ML non mancano, ma è anche necessario un cambio culturale.
È un errore pensare che la sicurezza risieda solo in un software; è una questione di approcci, di sistemi e di una maggiore diffusione della cultura digitale.
Anche nel settore degli smart building bisognerà investire in formazione ed in iniziative a supporto di un comune approccio, in una visione olistica, aperta all’innovazione, in modo tale da trarre il massimo beneficio e rendere gli edifici più resilienti implementando piani di continuità operativa e di risk management.