L’accelerazione della IoT negli ultimi tempi ha di fatto segnato il percorso evolutivo che sta trasformando le aziende in smart company sempre più connesse a Internet in ogni loro fase produttiva. Un’evoluzione confermata anche dalla seconda edizione della Intelligent Enterprise Index, la ricerca condotta da Zebra Technologies su 918 IT decision maker provenienti da tutto il mondo, i cui risultati parlano chiaro: le organizzazioni che soddisfano i criteri della odierna Intelligent Enterprise sono quest’anno raddoppiate rispetto al 2017. Di conseguenza crescono gli investimenti in dispositivi connessi e di pari passo si segnala una rinnovata attenzione delle aziende quando si parla di Internet of Things e sicurezza.
Finalmente le società stanno adottando un approccio sempre più proattivo e accurato quando si tratta di introdurre standard di sicurezza per le proprie soluzioni IoT e hanno iniziato a monitorare costantemente la sicurezza dei propri sistemi Internet of Things per garantire privacy e integrità dei dati. Un segnale incoraggiante che, come analizzato nell’articolo Accelerazione Iot, nel mondo raddoppiano le aziende smart di CorCom, conferma come le aziende siano molto determinate ad accelerare l’adozione di sistemi di data intelligence e IoT.
D’altronde, mantenere aggiornate le contromisure dei sistemi IT contro le minacce alla security è sempre stato un compito difficile. E oggi la protezione del business passa anche attraverso lo sforzo di mettere in sicurezza miliardi di dispositivi non tradizionali connessi a Internet. I device che le aziende mirano a integrare nei loro processi di business, sottoposti a profondi interventi di digital transformation, con il fine di controllarli e di utilizzarli come fonti di big data, sono molti e diversissimi fra loro.
La maggior parte di questi dispositivi attivi o attivabili per IoT, però, non sono gestiti dal punto di vista della sicurezza informatica perché utilizzano sistemi operativi, linguaggio di programmazione, protocolli di comunicazione e metodologie di connettività troppo diversi tra loro.
Una realtà inquietante che rimanda indietro nel tempo quando, con l’aumento di sistemi che potevano entrare nel mirino dei cyber criminali (desktop, notebook, stampanti, server, smartphone, tablet, apparati di networking per quanto riguarda l’hardware; sistemi operativi, applicazioni, database, per il software) divenne importante automatizzare i processi di verifica degli aggiornamenti e di installazione delle contromisure per risolvere le vulnerabilità scoperte (patch).
Oggi, a fronte dello sviluppo inarrestabile della Internet of Things, diventa ancora di più un’esigenza fondamentale riuscire ad automatizzare il patching delle vulnerabilità di sicurezza anche per i device IoT. Uno scenario perfettamente rappresentato dall’articolo IoT: automated patch management e altre sfide di sicurezza di ZeroUno.