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Lo smartphone nelle emergenze: come consentire ai soccorsi di chiamare i nostri contatti



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Con alcune semplici configurazioni è possibile attivare sia su iPhone sia sui dispositivi Android le funzioni utili per consentire ai soccorsi o, più semplicemente, a chi dovesse ritrovare uno smartphone smarrito, di contattare alcuni riferimenti telefonici. Ecco le procedure da seguire

Pubblicato il 13 set 2024

Paolo Dal Checco

Consulente Informatico Forense



Lo smartphone nelle emergenze attivare i contatti fidati

Si tende sempre a non voler pensare al peggio, ma la realtà è che può capitare che durante un incidente emerga la necessità da parte dei soccorsi – di contattare dei riferimenti telefonici della vittima e i suoi documenti non siano sufficienti per consentire di trovare in poco tempo i numeri da chiamare.

Altro caso possibile, quello di un genitore cui succede un imprevisto mentre si trova con i figli piccoli che, non avendo modo di sbloccare il cellulare, non riescono ad avvisare i parenti per chiedere aiuto.

Nei casi meno gravi, è possibile che il nostro dispositivo venga perso e chi lo trova non sia in grado di farci sapere di volercelo restituire, a meno che non attiviamo la modalità “smarrito” facendo comparire sul display il nostro numero o quello di nostri contatti fidati da chiamare.

Sono solo alcune casistiche in cui emerge l’utilità degli smartphone in caso di emergenza per consentire ai soccorritori di chiamare i nostri contatti più fidati. E per farlo servono solo alcune semplici configurazioni. Ecco quali.

Le chiamate di soccorso sui vecchi e nuovi telefonini

In passato c’era chi teneva nel portafoglio bigliettini con sopra scritte le utenze dei numeri di parenti o amici, mentre oggi in diversi hanno preso l’abitudine di aggiungere, in rubrica, la sigla “ICE” al nome dei contatti da chiamare in caso di emergenza (che poi è l’acronimo di “In Case of Emergency”).

Nei vecchi telefonini poteva in effetti avere un senso: avendo il cellulare di una vittima era sufficiente accenderlo per leggere la rubrica e cercare i contatti “ICE” da chiamare per avvisare dello stato o avere supporto.

A dispositivo acceso si poteva leggere anche la rubrica di chi la memorizzava sulla SIM e la proteggeva con PIN: in generale, sui vecchi telefonini le restrizioni di accesso non erano diffuse e la rubrica era sostanzialmente accessibile a chiunque, in particolare ai soccorsi.

Oggi, nel momento in cui si rinviene uno smartphone, è molto più complesso, talvolta impossibile accedere alla rubrica e trovare i numeri marchiati “ICE”. Se il proprietario ha abilitato l’accesso con impronta digitale, un tentativo si può fare, ma già con il riconoscimento visivo è necessario che il soggetto guardi il dispositivo e in caso d’incidente non è detto sia possibile farlo.

Le misure di sicurezza sono ormai sempre più diffuse e abilitate come impostazione di fabbrica, così i tentativi di unlock possono bloccare il telefono fino a disabilitarlo. C’è persino chi nasconde la home o le notifiche a dispositivo bloccato, per tutelare la propria privacy.

Il risultato è che, trovando un telefonino smarrito o addosso a una vittima, è pressoché impossibile riuscire a utilizzarlo per contattare i numeri di emergenza.

Le soluzioni per provare a sbloccare uno smartphone

È capitato che mi chiedessero, in caso d’incidenti, di sbloccare il dispositivo per poter accedere alla rubrica e poi anche ai contenuti, sia per contattare i parenti della vittima, sia per poter approfondire le motivazioni dell’evento.

Come già ampiamente illustrato, vi sono ampie possibilità di sbloccare Android e iPhone utilizzando tool di analisi forense come Cellebrite, nonostante spesso le ultime versioni del sistema operativo ci mettano qualche mese per essere supportati.

Se i dispositivi vengono trovati accesi, le probabilità di sblocco aumentano, grazie alle tecniche di AFU Bypass che soluzioni come Cellebrite e GrayShift offrono ai propri utenti.

È necessario che il dispositivo non venga spento, in alcuni casi che non passi troppo tempo dall’ultimo sblocco con PIN, volto o impronta digitale, ma in genere intervenendo subito si riescono a ottenere buoni risultati.

Anche a dispositivo spento, in ogni caso, vi sono discrete probabilità di riuscire a forzare il PIN o il passcode e accedere al contenuto dello smartphone.

Il problema è che queste soluzioni richiedono strumentazione costosa, intervento immediato, tempistiche non certe (alcuni unlock sono istantanei, altri richiedono anche mesi) e il risultato in ogni caso non è certo.

Attivare la modalità di chiamata “Numeri di emergenza”

Per risolvere il problema alla radice e permettere a chi dovesse trovare il telefono di chiamare i soccorsi, sono state pensate delle modalità chiamate “Numeri di Emergenza”: essendo una procedura piuttosto semplice e veloce, conviene attivarla e il modo migliore è aprire direttamente l’app dei Contatti.

La procedura da seguire sugli iPhone

Una volta aperto il dettaglio del primo contatto che vogliamo possa essere chiamato anche a telefono bloccato, su iPhone è sufficiente cliccare su Aggiungi ai contatti di emergenza e precisare qual è il rapporto con il soggetto (madre, padre, genitore, figlio ecc.) per far comparire la propria Cartella Clinica (raggiungibile anche direttamente) dove, oltre a vari dati relativi alla nostra salute, troviamo la sezione Contatti di emergenza dove è stato inserito il numero appena impostato.

La procedura di aggiunta si può fare sia dal contatto singolo, sia all’interno della finestra della Cartella Clinica (nel menu Salute delle impostazioni dell’iPhone) tramite il pulsante Aggiungi contatto di emergenza e selezionando il contatto da aggiungere.

L’ideale è selezionare almeno due o tre contatti, in modo che almeno uno risponda in caso di necessità: è importante anche abilitare la voce Mostra quando bloccato così da poter far visionare i dati di contatto (oltre alla cartella clinica) anche a dispositivo bloccato.

Tra l’altro, una volta inseriti i contatti è possibile abilitarli a ricevere gli SOS via chiamata o SMS inviati tramite il sistema “SOS emergenze” se opportunamente configurato.

In sostanza, si può impostare una condizione a seguito della quale l’iPhone chiamerà o invierà un SMS ai contatti che abbiamo impostato come “Contatti di emergenza”.

Ad esempio, è possibile programmare una chiamata automatica in caso di forte urto (es. incidente d’auto) oppure tramite pressione di due tasti contemporanei, pressione ripetuta cinque volte il tasto laterale e con opzione di chiamata silenziosa, per non avvisare eventuali soggetti vicini (in questo caso, più che per incidenti il sistema è pensato per le molestie o le aggressioni).

L’impostazione di SOS, negli iPhone più recenti, può essere attivata anche senza copertura GSM, grazie alla possibilità di comunicazione satellitare e permette inoltre di comunicare in automatico al centro di soccorso i numeri impostati per le emergenze, in modo da permettere a chi risponde di contattare i nostri contatti fidati abilitando anche l’opzione Condividi durante una chiamata di emergenza sempre nella propria “Cartella clinica”.

Meglio i contatti di emergenza dei contatti preferiti

Sugli iPhone c’è chi utilizza, al posto dei contatti di emergenza, l’opzione dei contatti preferiti e l’inserimento di tali contatti in un widget da mostrare nella home anche a dispositivo bloccato.

I due inconvenienti di questo metodo è che è possibile disabilitare la comparsa dei widget a dispositivo bloccato e inoltre quando si accende per la prima volta il telefono senza successivamente sbloccarlo tali voci non sono utilizzabili.

In sostanza, pur funzionando talvolta, è meglio procedere con l’impostazione dei contatti di emergenza se si vuole poter gestire al meglio eventuali situazioni di soccorso.

La procedura da seguire sui dispositivi Android

Tornando ai contatti di emergenza e a come impostarli in modo che i soccorsi possano utilizzare lo smartphone per avvisare gli opportuni soggetti, su Android la modalità d’inserimento è molto simile a quanto visto sopra con gli iPhone.

Per aggiungere i contatti è necessario, infatti, procedere con il menu Impostazioni, quindi Sicurezza ed emergenza e poi Contatti di emergenza, così da poter selezionare dalla rubrica i nominativi da mostrare anche quando lo smartphone è bloccato.

Ovviamente, per consentire ai soccorritori di visionare i contatti è necessario abilitare la voce Mostra quando bloccato e, nel caso in cui riteniamo utile che il telefono passi in automatico i nostri contatti sicuri durante le chiamate di emergenza, possiamo abilitare anche la voce Condividi durante le chiamate di emergenza.

Su Android, la scorciatoia per rimuovere un contatto di emergenza consiste nell’aprire direttamente tale contatto nella rubrica e cliccare su Contatto di emergenza che compare sotto al nome. Per inserire un contatto è, invece, necessario procedere tramite il menu come indicato sopra.

Come chiamare i contatti di emergenza

A questo punto, avendo inserito alcuni contatti di emergenza, avremo la tranquillità che eventuali soccorritori dovranno semplicemente attivare il display e cliccare sulla voce Emergenza e poi Visualizza le informazioni per le emergenze (su Android) o Cartella clinica (su iPhone), potendo avvisare i nostri parenti, amici, genitori o coniugi del nostro stato.

Oppure, più semplicemente, in caso di smarrimento del cellulare chi lo troverà avrà la possibilità di contattare i nostri riferimenti nel lasso di tempo necessario per permetterci di raggiungere un altro smartphone o un computer per attivare da remoto lo stato di dispositivo smarrito.

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