È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto legge 24/2022 recante “Disposizioni urgenti per il superamento delle misure di contrasto alla diffusione dell’epidemia da Covid-19, in conseguenza della cessazione dello stato di emergenza”, con cui il Legislatore detta ulteriori misure urgenti per la gestione della fase successiva che inizierà dal prossimo primo aprile.
Dopo più di due anni, dunque, giungerà finalmente al termine, il prossimo 31 marzo 2022, lo stato di emergenza introdotto a seguito della diffusione del virus SARS-CoV-2. Uno stato di eccezione che, come noto, è stato più volte prorogato e che ha visto alternare l’applicazione e l’allentamento di misure talvolta fortemente limitative delle libertà e dei diritti individuali, in base al contesto sanitario e alle varie “ondate” di contagi che si sono succedute dall’inizio della pandemia.
Così, mentre nella primavera dello scorso anno il decreto legge 52/2021 (c.d. “decreto riaperture”) sanciva l’iter per la riapertura delle attività rimaste chiuse o limitate, introducendo altresì nel nostro Paese la “Certificazione verde Covid-19” (c.d. Green Pass), il recente decreto legge 24 marzo 2022 n. 24 sancisce la fine del sistema a zone colorate, dispone la roadmap per l’abbandono di tale strumento, e, più in generale, per il graduale ritorno alla normalità.
Considerato come il provvedimento vada, nella sostanza, a dilatare oltre il termine dello stato di emergenza l’applicazione di gran parte delle restrizioni attualmente in vigore, originariamente introdotte proprio in ragione di una situazione di eccezionalità, la linea di demarcazione tra il concetto di allentamento delle misure piuttosto che di proroga delle restrizioni è molto sottile. Mentre l’emergenza finisce, le restrizioni continuano.
Una scelta che ci vede come il fanalino di coda, rispetto agli altri Paesi, anche nel contesto europeo, per l’abbandono delle misure anti Covid-19 e che, probabilmente, non ci renderà meta appetibile per il turismo estero se consideriamo come, de facto, la massiccia eliminazione delle restrizioni avverrà soltanto a partire da maggio.
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Indice degli argomenti
I nuovi obblighi green pass in ambito lavorativo
Senza addentrarci in questa sede nell’analitica descrizione del contenuto del provvedimento – al quale si rinvia – sono molte le restrizioni il cui termine non coinciderà con quello dello stato di emergenza.
Il mese di aprile costituirà una sorta di “interregno” nel quale continueranno a trovare applicazione l’obbligo di mascherine al chiuso in determinati contesti e l’obbligo di green pass (base e rafforzato) per poter accedere a svariate attività e ai luoghi di lavoro.
Obbligo di vaccinazione fino a fine anno
Anche nel contesto educativo, scolastico e formativo, numerose sono le indicazioni da osservare fino al termine dell’anno scolastico, mentre l’obbligo di vaccinazione anti Covid-19 perdurerà addirittura fino al 31 dicembre 2022 per gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario e fino al prossimo 15 giugno per tutte le altre categorie attualmente sottoposte all’obbligo.
Sotto quest’ultimo profilo, preme sottolineare come sia recentemente finita davanti alla Consulta la legge che ha introdotto la vaccinazione per gli operatori sanitari, dopo che il Consiglio di giustizia amministrativa della Sicilia, tramite l’ordinanza del 22 marzo scorso[1], ha ritenuto che l’obbligo potrebbe essere in contrasto con diversi articoli della Carta costituzionale.
Nuovo decreto Covid: paradossi applicativi
Oltre all’ormai consueto e caotico rinvio al nutrito novero di provvedimenti emergenziali con cui fare i conti al fine di comprendere dove e come sia possibile esercitare le ottriate libertà, sono altrettanto presenti gli usuali paradossi applicativi: dall’obbligo di mascherina da un lato richiesto per l’accesso a discoteche e locali assimilati, ma non anche nel “momento del ballo”, alla cupola paravento della seggiovia che funge da discrimen per l’applicazione o meno del suddetto obbligo sull’impianto di risalita.
Green pass: quando sarà ancora necessario
Ferme restando le considerazioni sottolineate in un altro intervento[2] circa la dubbia utilità dello strumento rispetto alle finalità per le quali è stato introdotto, nel mese di aprile si assisterà a una sorta di “rimodulazione” circa l’impiego delle certificazioni verdi, che in determinati ambiti spariranno (soprattutto all’aperto) e per l’accesso a certe attività subiranno una sorta di “downgrade” dalla versione rafforzata finora richiesta, a quella base.
Sarà soltanto nel mese di maggio che il green pass verrà abbandonato, anche se non del tutto: fino al prossimo 31 dicembre, infatti, l’accesso dei visitatori a strutture residenziali, socio-assistenziali, sociosanitarie e hospice, nonché quello dei visitatori ai reparti di degenza delle strutture ospedaliere, sarà sotteso al possesso e all’esibizione della certificazione verde.
Niente più green pass rafforzato per gli over 50
In ambito lavorativo, si assiste al ritorno dell’obbligo di green pass nell’assetto antecedente al decreto legge 1/2022, dato che fino al 30 aprile viene concesso l’accesso al luogo di lavoro con solo green pass base (dunque, anche a seguito dell’esito negativo di un tampone rapido o molecolare), senza più distinzioni tra under 50 e over 50: il tanto discusso obbligo di green pass rafforzato per gli ultracinquantenni ai fini lavorativi viene dunque eliminato, lasciando tuttavia invariata la scadenza del 15 giugno 2022 per quanto concerne l’obbligo vaccinale per tali soggetti (e la relativa sanzione pari a cento euro), così come previsto dal richiamato decreto legge 7 gennaio 2022, n. 1.
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Cosa cambia nella gestione della quarantena
Altra novità introdotta dal decreto è costituita, a far data dal prossimo primo aprile, dall’eliminazione della quarantena a prescindere dallo stato vaccinale di coloro che hanno avuto contatti stretti con soggetti confermati positivi al virus: in questo caso si applicherà la misura dell’auto-sorveglianza, mentre saranno sottoposti a isolamento i soggetti accertati come positivi.
Nella sostanza, quindi, si andrà a ricostituire l’ordinaria prassi per cui soltanto ai soggetti malati è richiesto di rimanere nella propria abitazione.
Un’unità speciale per concludere la campagna vaccinale
Inevitabilmente, con la cessazione dello stato di emergenza si concluderà anche l’esperienza del Commissario straordinario Figliuolo, coordinatore della campagna vaccinale, pur tuttavia prevedendo all’interno del provvedimento l’istituzione di una “Unità” che, dal primo aprile fino a 31 dicembre prossimo, avrà come obiettivo il “completamento della campagna vaccinale e […] l’adozione di altre misure di contrasto alla pandemia”.
Tale Unità si avvarrà di parte del personale dell’ex Commissario, nonché di personale in servizio presso il Ministero della Salute e sarà proprio quest’ultimo, a decorrere dal primo gennaio 2023, a subentrare nelle funzioni e in tutti i rapporti attivi e passivi ad essa facenti capo.
In attesa di nuove linee guida e protocolli applicativi
Infine, per ribadire come il ritorno alla normalità avverrà seguendo un criterio di gradualità che consenta di rispondere sul nascere a una eventuale (e quanto mai da scongiurare) recrudescenza del virus, il decreto prevede che fino al termine del 2022 venga preservata “la necessaria capacità operativa e di pronta reazione delle strutture durante la fase di progressivo rientro nell’ordinario [e possano] essere adottate una o più ordinanze”.
Non oltre la medesima data è inoltre prevista la possibilità per il Ministro della Salute di procedere con propria ordinanza, in relazione all’andamento epidemiologico, all’adozione e all’aggiornamento di linee guida e protocolli volti a regolare lo svolgimento in sicurezza di servizi e attività economiche, produttive e sociali, così come a introdurre limitazioni agli spostamenti da e per l’estero e imporre misure sanitarie relativamente ai medesimi spostamenti.
NOTE