Nell’ambito della lotta al riciclaggio, al finanziamento del terrorismo e all’utilizzo di denaro proveniente da attività criminosa (anche di tipo cyber), si registra un aumento delle segnalazioni di operazioni sospette a cui sono obbligati (art. 35 D.lgs. n. 231/2007) gli intermediari finanziari (e quindi anche le banche), i professionisti e altri operatori che ricevono richieste di movimentazioni di denaro poco chiare.
La UIF, l’Unità di Informazione Finanziaria che dipende da Bankitalia, ha comunicato con una newsletter di aver ricevuto per l’anno 2019 complessive 106.318 segnalazioni di operazioni sospette, in aumento rispetto a quelle ricevute nel 2018, anno in cui ha ricevuto complessive 98.117 segnalazioni.
Si riporta qui di seguito una tabella completa.
Ricevute: ripartizione per tipologia di segnalante | ||||||
2018 | 2019 | |||||
1° sem. | 2° sem. | Totale | 1° sem. | 2° sem. | Totale | |
Totale | 49.343 | 48.687 | 98.030 | 51.168 | 54.621 | 105.789 |
Intermediari e operatori bancari finanziari | 44.480 | 42.724 | 87.204 | 44.980 | 47.915 | 92.895 |
Banche e Poste | 37.397 | 33.657 | 71.054 | 32.450 | 35.786 | 68.236 |
Intermediari e operatori finanziari | 7.077 | 9.062 | 16.139 | 12.527 | 12.121 | 24.648 |
IMEL e punti di contatto di IMEL comunitari | 562 | 2.137 | 2.699 | 4.800 | 4.427 | 9.227 |
IP e punti di contatto di prestatori di servizi di pagamento comunitari | 4.194 | 4.812 | 9.006 | 5.203 | 5.196 | 10.399 |
SIM | 33 | 27 | 60 | 34 | 24 | 58 |
SGR, SICAV e SICAF | 181 | 170 | 351 | 243 | 205 | 448 |
Intermediari finanziari ex art. 106 TUB | 424 | 375 | 799 | 479 | 480 | 959 |
Società fiduciarie ex art. 106 TUB | 305 | 290 | 595 | 310 | 236 | 546 |
Imprese di assicurazione | 1.279 | 1.133 | 2.412 | 1.323 | 1.422 | 2.745 |
Intermediari e operatori finanziari non inclusi nelle precedenti categorie | 99 | 118 | 217 | 135 | 131 | 266 |
Società di gestione di mercati e strumenti finanziari | 6 | 5 | 11 | 3 | 8 | 11 |
Soggetti obbligati non finanziari | 4.836 | 5.947 | 10.783 | 6.168 | 6.679 | 12.847 |
Professionisti | 2.451 | 2.367 | 4.818 | 2.553 | 2.521 | 5.074 |
Notai e CNN | 2.170 | 2.175 | 4.345 | 2.340 | 2.290 | 4.630 |
Dottori commercialisti, esperti contabili, consulenti del lavoro | 168 | 151 | 319 | 156 | 171 | 327 |
Studi associati, interprofessionali e tra avvocati | 65 | 16 | 81 | 13 | 5 | 18 |
Avvocati | 27 | 11 | 38 | 25 | 23 | 48 |
Società di revisione e revisori legali | 7 | 6 | 13 | 12 | 18 | 30 |
Altri soggetti esercenti attività professionale | 14 | 8 | 22 | 7 | 14 | 21 |
Operatori non finanziari | 521 | 377 | 898 | 515 | 788 | 1.303 |
Soggetti in attività di custodia e trasporto valori | 243 | 182 | 425 | 268 | 418 | 686 |
Operatori in commercio o fabbricazione di oro o preziosi | 245 | 187 | 432 | 216 | 320 | 536 |
Altri operatori non finanziari | 33 | 8 | 41 | 31 | 50 | 81 |
Prestatori di servizi di gioco | 1.864 | 3.203 | 5.067 | 3.100 | 3.370 | 6.470 |
Pubblica amministrazione | 27 | 16 | 43 | 20 | 27 | 47 |
Di quelle ricevute nel 2019, 16.064 sono state valutate non rilevanti e 90.254 sono state considerate di interesse finanziario.
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Segnalazioni di operazioni sospette: lo scenario
L’incremento è dovuto all’attività di segnalazioni da parte delle IMEL (Istituto di Moneta Elettronica) a fronte di una leggera diminuzione delle segnalazioni di Banche e Poste Italiane, mentre le segnalazioni dei professionisti rimangono abbastanza stabili seppur in leggero incremento. Tra i professionisti spiccano per numero di segnalazioni di operazioni sospette i notai, mentre è molto basso l’apporto dei commercialisti, degli studi associati, degli avvocati ed altri professionisti.
Relativamente alla ripartizione geografica viene riportato che gli incrementi delle SOS sono maggiormente riferite a operazioni effettuate in Sicilia, Lazio, Lombardia ed Emilia-Romagna con una contenuta diminuzione di quelle relative alla Toscana. A livello provinciale, Prato, Milano, Imperia, Napoli e Trieste si collocano ai primi cinque posti per numero di segnalazioni di operazioni sospette in rapporto alla popolazione.
Segnalazioni di operazioni sospette: le aree di rischio
In ordine alle principali aree di rischio, nella relazione della stessa UIF per l’anno 2018, tra le più importanti e pericolose vengono indicate le seguenti:
- Evasione fiscale. L’analisi finanziaria ha confermato che circa un quinto delle segnalazioni di operazioni sospette derivano da illeciti tributari, spesso inserite in un contesto più ampio di quello fiscale; non di rado gli illeciti fiscali fanno parte di schemi fraudolenti complessi posti in atto per celare l’origine illecita delle risorse. L’analisi integrata delle informazioni disponibili ha confermato frequenti connessioni con contesti di criminalità organizzata ovvero con fenomeni di usura, estorsione, corruzione. In particolare, vengono evidenziati i seguenti rischi collegati con:
- la cessione di crediti tributari, presumibilmente falsi, avvenuta a prezzi di molto inferiori al loro valore nominale;
- l’indebita compensazione debiti tributari, consistenti in operazioni di accollo di debiti tributari da parte di imprese che dichiaravano di aver maturato posizioni creditorie nei confronti del fisco anche per importi considerevoli e presumibilmente fittizie;
- l’utilizzo di società cartiere utilizzate nell’ambito di schemi di frode fiscale basati sulle false fatturazioni.
- Corruzione e fattispecie di abuso di fondi pubblici. Altre segnalazioni di operazioni sospette riguardano vari soggetti caratterizzati da legami di varia natura con uffici di natura pubblica, ha portato alla ricostruzione di contesti potenzialmente connotati da illecite dazioni di fondi ovvero da trasferimenti di utilità per finalità corruttive. Tali operazioni hanno riguardato per la maggioranza:
- iniziative di investimento degli enti previdenziali, concentrate in particolare sul settore immobiliare, aventi controparti sia nazionali che estere collegate ai citati advisor e alle società di gestione, a scapito di logiche basate esclusivamente su criteri di redditività e correttezza;
- condizionamento azione giudiziaria effettuata da un’organizzazione, formata da imprenditori e avvocati attivi su tutto il territorio nazionale, con collegamenti con persone politicamente esposte, in grado di influenzare importanti sentenze emanate da diversi Consigli di Giustizia amministrativa regionali e dal Consiglio di Stato;
- intestazione fittizia di beni (soprattutto di quote societarie) innestate all’interno di contesti fortemente permeati dalla criminalità organizzata di stampo mafioso a copertura degli affari illeciti tra corruttori e corrotti;
- Criminalità organizzata. Nella relazione della UIF testualmente si legge: “I settori economici e imprenditoriali sono inoltre quelli tradizionalmente di interesse delle consorterie mafiose: tra i principali, il commercio (tabaccherie e altri generi di monopolio, prodotti petroliferi e lubrificanti, autoveicoli, elettronica, grande distribuzione) e le costruzioni (ivi compresi i servizi immobiliari) ma sono ben rappresentati (sia pure con percentuali inferiori) anche altri rami di attività come ad esempio manifattura, ristorazione, comunicazione, attività professionali di supporto alle imprese nonché trasporto e magazzinaggio. A maggior livello di dettaglio, anche nei casi in cui le percentuali riferite al censimento settoriale delle imprese siano inferiori, emergono settori a elevato rischio in ragione del fatto che riguardano servizi o attività erogati in collaborazione o in concorrenza con la mano pubblica (come ad esempio, la sanità e l’assistenza sociale, la fornitura di energia elettrica, gas e acqua, la gestione di reti fognarie e dei rifiuti) o che, comunque, sono destinatari di risorse pubbliche anche in forma di appalti”.
- Ulteriori esiti dell’analisi operativa. L’analisi operativa delle segnalazioni ha permesso alla UIF specifici approfondimenti nelle seguenti situazioni:
- flussi finanziari anomali connessi all’importazione di tessili dalla Cina contraddistinti da anomalie presumibilmente riconducibili, almeno per una parte significativa, al fenomeno della sottofatturazione delle merci importate dal paese asiatico, consistente nella dichiarazione non veritiera del valore imponibile nelle bollette doganali al fine di evadere le imposte dovute (IVA e dazi).
- anomalie finanziarie nel settore dell’oro nell’ambito del quale le segnalazioni hanno riguardato, in alcuni casi, l’operatività di compro oro che acquistano da privati gioielli di sospetta provenienza illecita, rivendendoli poi a operatori professionali.
- È possibile individuare anche altre tipologie operative, tra cui:
- connesse al Contante – in tale settore riveste maggiore rischio i prelievi di contante presso ATM italiani attraverso carte di debito estere;
- Richieste fraudolente di finanziamento supportate da documentazione reddituale contraffatta che, analizzate congiuntamente, hanno consentito di individuare una fattispecie dai tratti peculiari e rilevanti: la presentazione coordinata e continuata presso un medesimo sportello bancario di un’elevata quantità di richieste di piccoli finanziamenti da parte di nuovi clienti, tra di loro apparentemente non collegati. I flussi finanziari si ponevano pertanto come sorta di ritorno commissionale per servizi illeciti erogati.
- Truffa allo Stato in materia di contributi previdenziali connessa con l’uso distorto di detti contributi a favore di fondi pensione per attuare una truffa aggravata nei confronti dello Stato. In particolare, alcune imprese, talune riconducibili ai medesimi soggetti, hanno posto in essere un’operatività sospetta, rappresentata dal versamento di contributi su fondi pensione ai quali i rispettivi lavoratori non erano aderenti.
- Professionisti e startup innovative – Nel corso del 2018 sono state eseguite segnalazioni concernenti il potenziale abuso del sistema di incentivazione e agevolazione di cui godono le startup innovative.
- Operazioni societarie irregolari riguardanti segnalazioni che traggono spunto da irregolarità fiscali, tra le quali, in particolare, il mancato versamento dell’IVA, l’evasione previdenziale e le false fatturazioni.
- Abuso di fondi pubblici per assistenza ai migranti consistenti in anomalo utilizzo di fondi erogati dalle Prefetture per l’accoglienza dei migranti a cooperative, il più delle volte neocostituite
- Segnalazioni dei money transfer riferite all’incoerenza geografica dei flussi e la mancata coincidenza tra paese di origine dell’esecutore delle rimesse e paese controparte dei trasferimenti, che non permette quindi di riportare i flussi alle tipiche rimesse degli emigranti.
- Traffico di migranti riguardante in particolare la tipologia relativa alla falsificazione dei documenti per soggetti entrati illegalmente in Italia al fine di consentirne il proseguimento del viaggio verso altri paesi europei.
- Tratta di esseri umani caratterizzata soprattutto da invii, spesso di importi limitati, verso il paese di origine degli stessi esecutori, che, a differenza della casistica del traffico dei migranti, possono essere sia gli sfruttatori sia le vittime del traffico e sono diffusi sul territorio nazionale.
- Truffe online inerenti ricezioni di fondi da soggetti residenti in Nord America o Nord Europa (anche mediante bonifici) e l’immediata distrazione delle somme ricevute tramite prelievo o giroconto su altri conti, oppure operazioni di invii a beneficiari in Africa effettuati da soggetti localizzati in varie parti d’Italia, spesso da questi ultimi disconosciute.
- Frazionamento dei fondi, metodo utilizzato per inviare denaro in un ristretto arco di tempo che superi in volume la soglia consentita dall’operatore di money transfer e, al contempo, nascondere i reali attori dei trasferimenti.
- Trading su titoli e market abuse concernenti transazioni incrociate su strumenti finanziari derivati poco liquidi e scarsamente negoziati.
- Frodi informatiche relative l’utilizzo di carte prepagate e di conti personali che ricevono improvvisamente accrediti che vengono in un lasso di tempo molto breve in parte monetizzati e in parte trasferiti a terze parti, talora all’estero.
- Settori emergenti
La UIF nell’anno 2018 ha indirizzato l’attenzione anche ad alcuni settori emergenti e innovativi, potenzialmente forieri di nuovi rischi e opportunità di utilizzi illeciti.
Sono state, infatti, evidenziate situazioni rischiose collegate alle valute virtuali e soprattutto nelle negoziazioni di valuta da parte di persone fisiche per finalità di investimento o speculative. Alcune segnalazioni hanno evidenziato un’operatività finanziaria apparentemente connessa all’acquisto di bitcoin da parte di soggetti indagati per i reati di traffico di stupefacenti, riciclaggio e auto-riciclaggio. L’operatività sui conti loro intestati si caratterizza da un lato per i frequenti e rilevanti versamenti e prelevamenti di contante non giustificati dalle attività da loro svolte e, dall’altro, per i numerosi bonifici da e verso società estere specializzate nella compravendita di criptovalute e conti correnti di cui sono titolari persone residenti all’estero coinvolte negli stessi procedimenti penali.
La dimensione internazionale delle operazioni esaminate ha comportato anche il coinvolgimento delle FIU (Financial Intelligence Unit – Coordinamento delle UIF dei vari Stati aderenti ) dei paesi interessati dai flussi di capitali.