I dati digitali, da proteggere con i software di backup, sono il nuovo oro nero e i criminali si impegnano per rubarli e poter lucrare dalla loro vendita sul mercato nero.
Pensare che questa dinamica cyber criminale non riguardi la propria azienda o la propria vita, al grido di “perché proprio a me?”, non aiuta e anzi aggrava la sottostima del problema di proteggere i propri data center.
Per cambiare il mood e passare a una concreta azione risolutiva è opportuno e necessario adottare una seria, ragionata e semplice abitudine: fare i backup, mantenerli aggiornati e provarli periodicamente per assicurare la capacità di ripristino. Ecco come.
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Importanza del backup: 7 motivi
Eseguire la copia dei dati raccolti è di fondamentale importanza nella gestione delle informazioni digitalizzate.
I backup proteggono da errori umani, guasti hardware, attacchi di virus, interruzioni di corrente e disastri naturali ed aiutano nel risparmio di tempo e denaro, qualora dovessero verificarsi guasti, indotti o spontanei. L’importanza di effettuarli è inoltre legata alla capacità di:
- abilitare l’archiviazione digitale: i backup dei dati fanno parte della cronologia di un’azienda, consentendole di sviluppare archivi nel tempo come è necessario nei contesti finanziari, sanitari governativi e fiscali;
- abilitare auditing sui dati: le autorità fiscali e gli enti regolatori spesso eseguono audit per vari motivi e il backup garantisce che le informazioni finanziarie, contabili siano disponibili;
- prevenire la perdita di dati: avere un backup assicura di avere sempre un piano B in caso di errori e guasti di sistema, ma anche minacce (come attacchi di tipo ransomware) che abbiano successo;
- ridurre i tempi di inattività: qualsiasi tempo di inattività ha un impatto negativo, ma se qualcosa va storto, avere a disposizione un backup riduce la quantità di tempo sprecato nel tentativo di trovare i dati mancanti, abbattendo i tempi di inattività;
- abilitare al disaster recovery: la copia dei dati è una componente importante del disaster recovery, che consente alla tua azienda di tornare alle operazioni critiche ed evitare interruzioni;
- recuperare rapidamente: un semplice ripristino effettuato prima che il virus esegua le sue azioni malevole può annullare gli impatti gravosi di un incidente;
- avere un vantaggio competitivo: in caso problemi o guasti o incidenti informatici, l’azienda deve poter ripartire prima dei concorrenti e al servizio dei suoi clienti.
Policy di backup
Una policy decreta l’importanza dei backup di dati e di sistema per l’azienda, mediante definizione delle regole di base per la pianificazione, dell’esecuzione e della convalida, includendo attività specifiche per garantire il backup dei dati critici e per proteggere i supporti di archiviazione situati in un luogo sicuro. Lo riporta Backup-dati.it.
Per avviare una politica efficace è necessario:
- chiarire le responsabilità dell’esecuzione dei backup;
- specificare dove devono essere posizionati i dati di backup;
- stabilire come accedere ai file;
- definire la frequenza con cui devono essere eseguiti i backup;
- descrivere le modalità di spostamento dei dati e l’eventuale cambio del formato;
- definire il grado di automazione per non perdere alcun file e garantire che il backup venga eseguito secondo una pianificazione regolare.
Ovviamente la politica deve indicare su quali dati si applica il backup tenendo conto anche dei metadati a corredo.
Le metriche
Nella politica occorre definire le metriche:
- MAO o Periodo massimo tollerabile di interruzione ovvero il tempo in cui un’attività può essere sospesa prima che si produca un deterioramento inaccettabile;
- MBCO o Obiettivo minimo di continuità operativa;
- RTO o Recovery time objective, il periodo di tempo successivo al verificarsi di un incidente in cui si prevede che prodotti e servizi tornino a un livello minimo di operatività;
- l’RPO o Recovery point objective, il punto in cui le informazioni utilizzate da un’attività devono essere ripristinate per consentire all’attività di operare.
La politica del 321
Fra le più famose politiche di backup è nota e usata la politica del 321. L’idea è quella di avere sempre tre copie dei file (una su cui lavori e due per scopi di backup). Queste due copie di backup sono conservate su supporti diversi (per ogni evenienza) e una di esse è fuori sede (per tenere conto di rischi legati al luogo fisico nella sede principale).
L’idea alla base è un uso intelligente della ridondanza. La copia di lavoro è quella di cui si dispone nella quotidianità, e mentre la copia di backup è utile nel caso qualcosa andasse storto o in modo non ordinario (incidente, guasto, errore).
Oggigiorno la copia fuori sede è quasi sempre gestita in cloud.
In generale, un processo di base della policy di backup specifica l’acquisizione di un backup completo iniziale dei dati, seguito da una serie di interventi incrementali (eseguono solo il backup dei dati che sono stati modificati dall’ultimo processo di backup) o differenziali intermedi (eseguono la copia di tutti i dati che sono stati modificati dall’ultimo backup completo).
Best practice di data security
Alcune best practice di data security richiedono anche di:
- condividere i metadati, ma mantenere le informazioni riservate o sensibili non disponibili;
- creare codici dei anonimizzazione dei dati;
- rendere riservato il dizionario dei dati;
- utilizzare sempre la crittografia sia per il transito/trasmissione dei dati sia per la loro archiviazione;
- assicurarsi che i dati sia nel punto di origine che in quello di destinazione siano fisicamente protetti (rete sicura, appliance protetta eccetera).
Decisioni per un’implementazione efficace
Nella fase operativa di implementazione di strategie di backup è cruciale occuparsi di alcuni elementi:
- affidabilità della soluzione prescelta: vecchi sistemi come le unità nastro sono estremamente vulnerabili toccati fisicamente o se si avvicinano troppo ad aree magnetizzate, rendendo i dati inutilizzabili. È necessario quindi scegliere una soluzione di cui sia possibile provare il ripristino e che sia meno vulnerabile possibile;
- area operativa in cui ripristinare i dati di backup: se i dati sono fuori sede non è immediato il loro ripristino; quindi, è cruciale avere un piano di disaster recovery con location fisico/logiche che permettano di tornare operativo nel più breve tempo possibile.
- Capacità sui dati: sia per la conservazione che per il ripristino è necessario gestire in anticipo il tema della capacità di archiviazione, spesso risolta in cloud o on premise mediante rotazione dei dati di backup.
- Metodologie possibili possono basarsi su diversi tipi di supporti/soluzioni dipendentemente dalla quantità di dati da archiviare: chiavette USB, dischi rigidi esterni, archiviazione collegata in rete (NAS), sistema Time Machine (Apple Mac), archiviazione cloud (Dropbox, Google Drive, OneDrive).
- Prima è necessario effettuare una classificazione dei dati per ordine di importanza per il business e per i sistemi critici, mentre dopo, e in ottica di ripristino, è necessario effettuare un test per garantire tempi e modi di riavvio dell’operatività.