L'IA si sta diffondendo anche nelle imprese italiane. E in alcuni campi mostra già i propri vantaggi. Si rivelano al tempo stesso le complessità operative dell’adozione. Al Paese serve, per trovare un posto nel futuro, una “buona” adozione dell’intelligenza artificiale, dal punto di vista di business ma anche normativo ed etico-sociale.
L'Intelligenza artificiale si appresta ad accelerare nelle aziende e nelle strutture sanitarie, anche in Italia, grazie agli incentivi del PNRR che permettono di cogliere i vantaggi delle nuove tecnologie per l'aumento di efficienza, produttività, riduzione di errori.
Nelle aziende manifatturiere anche pmi grazie a tecnologie di AI per la sicurezza, il controllo qualità, la predizione della domanda e di guasti. Nel settore finanziario e assicurativo, con sistemi di recommendation, intelligent RPA, Intelligent data processing, chatbot.
Enorme il potenziale in Sanità, per il supporto alla diagnosi, scoperta farmaci, robotica riabilitativa e assistenza domiciliare. A queste potenzialità da cogliere si accompagnano sfide di vario genere: operative, per un'adozione corretta; normative e di policy più generale. Qual è la via italiana a un'effettiva e utile diffusione dell'IA?