Nel 2015 la maggior parte delle aziende ha in programma di utilizzare una piattaforma ibrida, composta da soluzioni di cloud pubblico, privato e tecnologie non cloud per la gestione dei workload di produzione.
Non sono previsioni ma i risultati di una ricerca condotta dagli analisti di IDC su un campione di aziende internazionali.
Tra le rilevazioni i ricercatori hanno evidenziato come i workload di produzione su cloud privati più diffusi riguardano requisiti di gestione di infrastrutture e volumi di dati su larga scala in diverse percentuali: il 42,9% per l’archiviazione e distribuzione di contenuti, il 42,4% per database, BIg Data e dati analitici, il 42,2% per desktop virtuale, il 41% per risorse IT di elaborazone e storage on demand e il 40,8% in soluzioni ERP, tra cui soluzioni per automazione CRM/personale, HR e finanza.
La ricerca, condotta in collaborazione con EMC, offre interessanti spunti di riflessione in merito alla governance dei sistemi e agli approcci più gettonati dalle aziende. Tra i top:
- Il 90%delle strategie cloud sono ancora in fase di maturazione; spesso manca ancora una vera consapevolezza dei workload
- L’81% degli utenti che hanno invece adottato soluzioni di cloud più mature affermano di classificare i livelli di workload ottimizzati
- Le aziende che conoscono i propri workload riconoscono il valore delle tecnologie open source in rapporto alle strategie cloud
- La consapevolezza dei workload sottolinea il ruolo decisivo delle soluzioni di storage, data management e protezione dei dati per gli ambienti cloud
Gli analisti ribadiscono come la consapevolezza dei workload sia imprescindiible per una gestione efficace di un ambiente cloud ibrido, offrendo indicazioni precise: performance, scurezza, conformità, protezione dei dati, storage, automazione.
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