Ridurre i costi di archiviazione e semplificare la gestione dei processi all’interno dei data center attraverso nuove economie di scala a base tecnologica: questo, in sintesi la descrizione di un’approccio SDD, ovvero tramite Solid State Drive.
I dispositivi che per l’archiviazione dei dati utilizzano una memoria basata sui semiconduttori anziché su supporti di tipo magnetico, registrano in maniera non volatile grandi quantità di informazioni senza utilizzare organi meccanici (piatti, testine, motori e via dicendo).
Il principio fondamentale è che non tutte le informazioni devono avere alta priorità. Teoricamente, il tiering dei dati riduce i costi di archiviazione e permette alle aziende di raccogliere maggiori informazioni, privilegiando i tipi di dati più business critical che vengono motorizzati in modo diverso e gestendo quelli meno rimportanti su storage a basso consumo e a basso costo, aumentando così le dimensioni degli slot di memoria.
Come viene spiegato in questo documento, a cura di HGST, a fare la differenza nell’approccio SDD sono le memorie NAND, ottimizzate per l’aggiornamento rapido dei dati (si consideri che il settore di cancellazione per le NAND è di 8 Kb contro i 64 Kb delle NOR). In dettaglio, il white paper aiuta a capire come:
- cambiare le strategie in base alle tipologie dei carichi di lavoro da gestire
- ottimizzare i processi di archiviazione e preservare l’integrità dei dati
- gestire il tiering in base alle performance
- rendere più efficiente il ciclo di vita delle tecnologie SDD
- sfruttare al meglio le memorie NAND
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